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"Abbiamo avuto l’opportunità di spiegare alla presidente Boldrini come lavorano i pastori sardi: non vogliamo essere omologati agli altri. L'allevamento sardo non e' sinonimo di quello industriale: noi non siamo responsabili del gas serra; la carne che produciamo non fa male; non inquiniamo la nostra terra".
Un mese fa Fortunato Ladu, pastore sardo di Desulo, in provincia di Nuoro, con un allevamento a Pabillonis, nel Campidano di Cagliari, scrisse a Silvio Berlusconi e Laura Boldrini. La Pasqua si avvicinava e l'ex cavaliere prima e la presidente della Camera poi avevano scelto di sensibilizzare l'opinione pubblica contro il consumo di agnelli. Boldrini aveva adottato due agnelli per sottrarli alla macellazione pasquale.
Ladu prese carta e penna e chiese un incontro alla presidente di Montecitorio. Ieri pomeriggio, il pastore sardo e' stato ricevuto al primo piano della Camera.
"Un incontro storico - lo definisce - mai un pastore era entrato qui. La scelta della presidente di adottare due agnelli non ci ha danneggiato, pero' volevo spiegarle quale è il nostro lavoro, a nome di tutto il settore. I nostri allevamenti, semi bradi, non sono quelli industriali. Siamo un patrimonio nazionale, lo ha riconosciuto anche lei, senza i pastori la Sardegna non esisterebbe"
Ad accompagnarlo c'era Francesco Sanna, deputato del Pd: "Ricevendo l'Ente nazionale per la protezione degli animali la presidente Boldrini non voleva dare un messaggio orientato a sostenere lo stile di vita vegano, ma solo riconoscere l'importanza dell'Enpa. I pastori sardi che abbiamo voluto rappresentare gia' lavorano con attenzione alla protezione e al benessere degli animali".
Ladu rivela che Boldrini ha fatto "promesse di dare un seguito a questo incontro, per valorizzazione i prodotti del settore. Ha detto che si impegnerà per creare degli incontri con appositi trasformatori, soprattutto per la lana di pecora. Ci ha chiesto di diversificare il prodotto, ma noi possiamo farlo fino a un certo punto. E' stato un incontro positivo, spero l'inizio di un lungo percorso con le istituzioni".
Sanna, infine, auspica: "Si devono valorizzare tutti gli anelli della catena: il latte, il formaggio, la lana, la carne. L'obiettivo e' non disperdere il lavoro, i pastori devono poter guadagnare: in Sardegna parliamo di 12mila aziende".