<font class="Apple-style-span" size="2">"</font>Il patto di stabilità della Sardegna sarà modificato entro quattro mesi. Dopo un serrato confronto con i relatori e il governo è stata accolta ieri notte la richiesta di modifica del patto di stabilità della regione Sardegna. Il provvedimento è stato inserito nel maxiemendamento presentato ieri sera dai relatori del provvedimento che dispone il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Si tratta di una decisione importante che sana dopo quasi sei anni il vulnus aperto da un accordo capestro sulle entrate per la Sardegna. Un accoglimento che nasce solo dopo la sentenza dei mesi scorsi della corte costituzionale che era stata chiamata a decidere sulla modifica dell’art. 8 dello statuto e la sua applicazione”.


Lo ha annunciato il deputato sardo Mauro Pili che ha seguito da vicino la modifica del patto di stabilità della Regione Sardegna per il quale aveva sollecitato già da tempo il ricorso alla corte costituzionale senza perdere tempo dietro tavoli risultati fallimentari.


“Ieri sera con il deposito finale del maxi emendamento si è chiusa questa vicenda. Per far rispettare un minimo di diritti della Sardegna non c’era altra strada che quella maestra della Corte Costituzionale e non certo quella perversa e fumosa delle norme attuative. Non è un caso che nel testo del maxi emendamento è stata inserita proprio la sentenza della corte costituzionale che ribadisce l’immediata applicabilità della norma. E’ stata accolta la posizione che come capogruppo in commissione Bicamerale avevo fatto votare dalla commissione affari regionali nella precedente legislatura in cui si sosteneva la necessità di attuare quelle disposizione senza norme d’attuazione. Con questo provvedimento che sarà varato nei prossimi giorni dal Senato e che mercoledì avrà il sigillo della finale della Camera dei deputati si chiude delle entrate della Regione. Si è perso troppo tempo - ha detto Pili. Ora quell’intesa di allora pesa sulle entrate della regione non solo perché non viera sin dall’inizio l’equilibrio tra trasferimenti e nuove competenze ma soprattutto perché la spesa sanitaria ha continuato a crescere”.


Il testo finale dell’accordo messo a punto ieri sera prevede: "Fatte salve le previsioni dell'articolo 16, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e dai commi 1 e 2 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, al fine di dare piena applicazione secondo i principi enunciati nella sentenza della Corte costituzionale n. 118 del 2012 al nuovo regime regolatore dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione Autonoma della Sardegna, disciplinato dalle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 834, della legge n. 296 del 2006, tenendo conto degli stanziamenti di competenza e cassa allo scopo previsti nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e nel bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015, entro centoventi giorni dalla entrata in vigore della presente legge il Ministro dell'economia e delle finanze concorda con la Regione Autonoma della Sardegna, con le procedure di cui all'articolo 27 della legge 5 maggio 2009, n. 42, le modifiche da apportare al Patto di stabilità interno per la regione Sardegna".

“Ora – conclude Pili - bisogna monitorare l’approvazione prevista per i prossimi giorni ma essendo un provvedimento in seconda lettura al Senato non potrà più essere, di fatto, modificato. Si tratta ora di attivare una trattativa serrata che non faccia perdere altro tempo alla Sardegna che già dalla settimana prossima potrà avere i soldi che per sei anni non ha avuto”.