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Il cosiddetto “Campo largo” guarda al prossimo appuntamento elettorale, le Regionali del 2024, e il Pd frena sull’ipotesi primarie.
La direzione regionale dei dem, riunita a Oristano, ha ribadito il percorso verso l’appuntamento del prossimo anno: al centro il tavolo di Molentargius che sarà l'unica sede in cui si deciderà il candidato.
Il tavolo deve mantenere la sua centralità, ha ribadito il segretario Piero Comandini durante la sua relazione in cui ha fatto il punto sul lavoro fatto sin qui da lui e da tutta la segreteria. Tendenza a scartare le primarie, proposta avanzata ieri da qualcuno, come metodo di scelta del candidato o della candidata più adatta a mettere in campo i punti programmatici che si stanno definendo.
Sul punto era stato il movimento Liberu (Liberos Rispetados Uguales) a porre la questione già dal primo incontro del 7 luglio con le circa venti sigle aderenti, e lo ha ribadito ancora una volta: "il candidato o la candidata presidente della Sardegna deve essere una persona eletta dai sardi ed espressione di un programma condiviso e nascente dal confronto tra tutte le forze partecipanti", si legge in una nota.
"Esprimiamo contrarietà rispetto ad ogni ipotesi che il candidato possa essere deciso da forze politiche o persone esterne alla nostra isola - ribadiscono la segretaria Giulia Lai e Pierfranco Devias -, e tantomeno attraverso logiche di potere o di spartizione che rappresentano esattamente quel tipo di dinamiche da cui la Sardegna deve liberarsi al più presto".