Dal 2016 per tre anni in Sardegna si pagherà un'addizionale Irpef più alta e modulata in base al reddito. E' quanto previsto dalla leggina approvata a tarda sera dal Consiglio regionale (31 sì e 19 no) col voto contrario dell'opposizione di centrosinistra.

La versione finale della rimodulazione, passata con un emendamento della Giunta, introduce un'aliquota dello 0,95% anche per i redditi fino a 15mila euro, prima esenti.

Oltre i 15mila e fino ai 28mila euro, i contribuenti pagheranno l'1,20%, quelli della fascia fra i 28mila e i 55mila verseranno il 2,70%, mentre per la fascia 55mila-75mila l'aliquota salirà al 3,20%. Per i redditi oltre i 75mila si arriverà al 3,33%.

"Da subito metteremo in campo ogni iniziativa per far conoscere ai sardi cosa avete fatto", ha dichiarato il capogruppo di Fi Pietro Pittalis, dopo la maratona in Consiglio regionale in cui il centrodestra si è opposto all'aumento della pressione fiscale, giustificato dalla Giunta con la necessità di trovare risorse necessarie a colmare il deficit della sanità.

"Questa è l'unica strada che ci permette di recuperare 210 milioni grazie a spending review nella pubblica amministrazione e miglioramento del ciclo economico e 140 dall'incremento temporaneo delle tasse", ha spiegato l'assessore regionale del Bilancio, Raffaele Paci, nel motivare il disegno di legge di rimodulazione dell'addizionale Irpef, contestato anche dai sindacati e da Confindustria.

"La sola alternativa sarebbe stato fare tagli drastici ammazzando completamente le politiche regionali". "Stiamo chiedendo un sacrificio ai cittadini più abbienti e tutelando le fasce più deboli", ha assicurato Paci.

"Ma è un sacrificio a tempo, una tassa di scopo finalizzata solo ed esclusivamente a risanare le casse della Sanità alla quale dobbiamo destinare 350 milioni in più rispetto all'anno scorso per risanare il grande disavanzo generato dalla gestione della precedente legislatura e dovrà provvedere anche a nuovi extra Lea e farmaci innovativi. Per questo credo sia necessario aprire in tempi brevi una nuova vertenza con lo Stato per il riconoscimento delle nostre nuove funzioni chiedendo la riduzione proporzionale degli accantonamenti".

Il vicepresidente della Regione ha poi detto che sarà la Commissione d'Inchiesta sulla Sanità a chiarire di chi siano le responsabilità del disavanzo.