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Filosofo e indimenticabile maestro di vita, uomo al contempo di fede e di ragione nel rifiuto del conformismo, ma anche uomo dalla straordinaria umanità e capacità di ascolto che vedeva nell’errore lo strumento di avvicinamento alla verità.
È stato ricordato così Martino Cambula, il filosofo e docente di storia della filosofia scomparso quattordici anni fa”, durante un incontro pubblico che si è tenuto nei giorni scorsi nell’aula umanistica del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, promosso dall’Associazione sassarese di filosofia e scienza in collaborazione con l’Uniss.
Una figura carismatica, la sua, famoso per i suoi studi sul Circolo di Vienna, Wittgenstein e Popper, sui temi della conoscenza e per la sua idea di ampliamento degli orizzonti del razionalismo critico.
Gli interventi, coordinati dal professor Attilio Mastino, sono stati introdotti da del Dipartimento, Marco Milanese, e Yerina Ruiu, presidente dell’Associazione sassarese di filosofia e scienza.
«Cambula fu uno tra i principali promotori e sostenitori dell’associazione filosofica cittadina – ha ricordato la Ruiu – tanto che sulla rivista “Mathesis” non aveva esitato a definirla come “una pattuglia coraggiosa e attivissima di docenti e studiosi».
Subito dopo hanno preso la parola Silvano Tagliagambe, che ha messo in evidenza il rapporto tra scienza, etica e teologia, aspetto centrale per l’orientamento del lavoro filosofico di Cambula e Alberto Mura,si è soffermato sulle suggestioni metafisiche del “Tractatus”, che avevano ispirato Cambula nell’orizzonte di un sapere avvalorato dalle proposizioni morali e religiose.
Sebastiano Ghisu ha, invece, concentrato il suo intervento sulle straordinarie capacità di dialogo da parte del compianto professore con gli studenti e sulla la ricerca di una sintesi tra scienza e fede verso un fondamento esperienziale comune, mentre Massimo Dell’Utri che ha proposto una singolare descrizione del valore etico ed esistenziale del pensiero di Wittgenstein, attraverso la rilettura diretta dei passi più significativi delle ricerche di Cambula.
Tanti gli intellettuali e gli studenti presenti, tra cui gli studenti del corso Logico-filosofico del Liceo classico Azuni di Sassari, accompagnati dal dirigente Roberto Cesaraccio e dai loro docenti Fabio Di Pietro e Rita Cambula. Quest’ultima, figlia del filosofo, ha sottolineato come «L’università era la sua seconda casa». L’intento degli organizzatori è quello di creare nuovi percorsi di ricerca attraverso possibili declinazioni virtuose.