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I sindaci del distretto sanitario di Sorgono si dicono sconcertati e umiliati per le parole che l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha usato per definire la nuova riforma sanitaria.
<<Il rappresentate della Giunta Pigliaru - spiega il sindaco di Sorgono Giovanni Arru a nome di tutti i primi cittadini del distretto sanitario del Mandrolisai - parla di un grande successo ottenuto attraverso il confronto e la partecipazione delle amministrazioni locali e dei territori interessati. Non è assolutamente vero. Le decisioni assunte in fase di stesura del piano non hanno avuto nel modo più assoluto il nostro assenso. Abbiamo sostenuto più volte che quel piano andava modificato perché non corrisponde alle reali condizioni in cui si trovano le nostre comunità>>.
I tredici sindaci del distretto sanitario di Sorgono esprimono preoccupazione per il destino dell’ospedale San Camillo e per i servizi sanitari presenti in tutto il territorio.
<<Il piano regionale così com’è non lo vogliamo - dice il sindaco Arru -. Non possiamo accettare la logica ragionieristica dei numeri o la definizione di presidio ospedaliero di zona disagiata. Si tratta di un riconoscimento formale e non reale, in quanto le difficoltà esistenti necessiterebbero del miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi offerti al cittadino e non di un gravissimo depotenziamento come si evince dal testo della riforma>>.
Gli amministratori dicono che la presenza dell’elisuperfice non può sopperire ai tagli e al declassamento della struttura ospedaliera. <<L’assessore Arru ha sostenuto che il profondo rosso del bilancio della sanità lo stanno creando da anni i grandi ospedali, ma come spesso avviene i tagli per recuperare le risorse vengono applicati nei piccoli presidi - conclude in sindaco di Sorgono -. L’iter della riforma adesso prosegue con l’esame in consiglio regionale e in Commissione sanità, chiediamo loro di aprire un confronto serio per riconoscere le nostre giustificate richieste per troppo tempo disattese>>.