«Amo l’Italia. Amo i festival come il Sardinia, che per me ha la stessa importanza dei grandi festival come Venezia». Con queste parole, il regista Andrej Konchalovskji ha voluto salutare il Sardinia Film Festival che lo ha omaggiato con la consegna del premio alla carriera.

Il regista di “Tango & Cash” e “A trenta secondi dalla fine” ha prima incontrato i giornalisti, poi si è intrattenuto lungo con il pubblico, rispondendo alle domande della giornalista del Manifesto, Silvana Silvestri.

«Spero che il ricordo di questo festival rimarrà per molto tempo – ha affermato il regista –. Sono cosciente che è più difficile realizzare manifestazioni come questa che non quella di Cannes, dove piovono molti soldi. Contesti come il Sardinia nascono davvero dall’entusiasmo, lo si fa per amore, e questo è molto importante».

Dal salottino allestito sul palcoscenico di Palazzo di Città a Sassari, Konchalovskji ha raccontato alcuni momenti della sua carriera artistica in un discreto italiano.: dalle sue collaborazioni con attori del calibro di Sylvester Stallone o Kurt Russel fino ai contemporanei.

Un Andrej Konchalovskji che ha stupito tutti quando ha dichiarato di prediligere attualmente gli attori anonimi. «Il problema del nostro tempo – ha affermato – è che la popolarità equivale ad autorità. Certo prima succedeva il contrario. E questa è una vittoria della libertà, ma anche una vittoria del mercato. È triste, ma penso che sia inevitabile».

In serata, durante la proiezione del suo film “Paradise”, Konchalovskji ha ricevuto il Premio alla carriera, consegnato dalle mani dello staff coordinato da Marta Manconi, una bella scultura stilizzata in argento di un suonatore di launeddas.