“Non bastano le ingerenze americane e della NATO nel farci digerire l’incremento delle spese militari al 2% del PIL. Non bastano le loro angherie nei confronti dell’Europa nell’esacerbare il conflitto in Ucraina. Ci trasmettono anche i loro usi e costumi. Purtroppo non sono solo i classici “ciambelloni”, ma come nella loro indole, strumenti atti ad offendere”. 

Sono queste le parole di Enrico Lai, segretario regionale PRC-SE Sardegna e Alessio Serra,
segretario federale PRC-SE provincia di Cagliari che contestano la decisione del governo di fornire alla Polizia, ai Carabinieri e alla Guardia di finanza le pistole a impulsi elettrici taser. 

“La morte di George Floyd, Amir Locke e tanti altri sono frutto di questo atteggiamento rigonfio di violenza. Non possiamo e non dobbiamo diventare come loro perché abbiamo tutta un’altra storia. Togliamo i taser dalla circolazione e proponiamo - concludono i referenti del Partito di Rifondazione Comunista - un più “rinascimentale” uso dell’alabarda”. 

I taser sono stati inventati alla fine degli anni Sessanta, ma i modelli che permettono l’immobilizzazione totale di una persona sono stati progettati a partire dalla fine degli anni Novanta. Sono considerati da tempo uno strumento controverso: sono armi non letali che utilizzano una scarica a intensità di corrente variabile per paralizzare i movimenti di chi viene colpito, facendogli contrarre i muscoli. Il nome taser deriva da quello del marchio più famoso di pistole che usano impulsi elettrici, e che è poi diventato il nome comune per indicare questo tipo di arma.