“Il decreto per la cancellazione dell’Imu deve obbligatoriamente prevedere anche la restituzione dei soldi versati nel 2012 dai cittadini sardi, per complessivi 457 milioni di euro. Il governo non può continuare a far finta di niente. Quella tassa non poteva essere applicata in Sardegna. Non prevedere la sua restituzione sarebbe l’ennesima negazione del rispetto costituzionale dell’autonomia sarda. L’IMU in Sardegna è incostituzionale.

Bene farebbe il governo, già con il decreto di sospensione, a prevedere la restituzione ai sardi dei 457 milioni prelevati indebitamente nel 2012. Lo Statuto sardo assegna la competenza esclusiva in materia di finanza locale alla Regione. Non si perda altro tempo e non si attenda nemmeno la sentenza della Corte Costituzionale che ha già cassato gran parte di quel decreto e considerato che sulla materia si è già pronunciata ripetutamente. Lo Stato deve prevedere la copertura immediata della restituzione ai comuni e ai cittadini del prelievo indebito dell’Imu in Sardegna. Se non lo facesse si renderebbe responsabile della reiterazione di un atteggiamento negativo e gravemente contrario allo Statuto Autonomo della Sardegna”.

Lo ha detto stamane il deputato sardo Mauro Pili inviando una interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia Saccomanni dove ribadisce l’inapplicabilità in Sardegna dell’Imu proprio in base a precise sentenze della Corte costituzionale.

“I 457 milioni prelevati per l’Imu, di cui 69 milioni per la prima casa e 388 milioni per gli altri immobili – secondo Pili - devono essere restituiti ai comuni e ai sardi. Prevedere queste cifre nel prossimo decreto è un obbligo contabile, finanziario ma soprattutto costituzionale. Guai non tenerne conto si rischierebbe un ulteriore danno erariale. Ci sono palesi violazioni costituzionali e il governo non può far finta di niente. L’Imu in Sardegna deve essere restituita per due ordini di motivi, la Regione ha competenza primaria in materia di finanza locale ed enti locali e, poi, è palesemente violata la norma che obbliga lo Stato a concertare con le regioni a statuto speciale tali provvedimenti”.

“L’IMU – scrive nell’interrogazione urgente a Letta e Saccomanni – non è applicabile in Sardegna perché la Regione dispone di competenza esclusiva regionale in materia di "ordinamento degli enti locali" e di "finanza locale" e della competenza concorrente in materia di "coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario".

“ La natura speciale e autonoma della Regione Sardegna non esime lo Stato – ribadisce Pili - dall’applicazione del principio di ragionevolezza e di leale collaborazione con conseguente violazione dei principi di perequazione e di solidarietà fiscale”.

“La norma che ha introdotto l’IMU ha prodotto i propri effetti devastanti anche sul sistema fiscale delle Regioni a Statuto speciale in violazione della legge n. 42 del 2009 e degli artt. 3, 7 e 8 dello Statuto della Regione Sardegna e 117 e 119 della Costituzione. L’IMU, infatti, è stato applicato anche nei confronti della Regione Sardegna nonostante la clausola di salvaguardia prevista nella legge n. 42 del 2009. Si comprime – ribadisce Pili - senza un valido fondamento normativo la competenza legislativa esclusiva della Regione nella materia «ordinamento degli enti locali» di cui all'art. 3, comma 1,lett. b), dello Statuto di autonomia, e la sua competenza legislativa concorrente nella materia «coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario», di cui all'art. 117, della Costituzione”.

“La Corte costituzionale – ricorda il parlamentare sardo - ha ribadito che la competenza della Regione Sardegna in materia di finanza locale è esclusiva e come tale deve essere tutelata. “Gli effetti dell’Imu – ha ribadito il deputato sardo – sono stati devastanti anche per quanto riguarda l’agricoltura, un settore strutturalmente fragile, dal punto di vista economico, ed alle prese con gli effetti di una crisi particolarment