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“Abbiamo il dovere di non farci sopraffare dalla rassegnazione e credere che il bene può prevalere. Perché questa è l’eredità che ci ha lasciato Emanuela: la storia può cambiare solo se gli uomini sono disposti a cambiare. La strage di via D’Amelio ha segnato nei familiari delle vittime solchi profondi di sofferenza. Ma noi non vogliamo vendetta, perché siamo animati solo da un desiderio di giustizia, legalità e memoria”.
Sono queste le parole di Claudia Loi, la sorella dell’agente di scorta del giudice Paolo Borsellino, morta a Palermo, pronunciate ieri in piazza del Carmine a Cagliari per manifestazione regionale della 24simaGiornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata dall’associazione Libera in collaborazione con Sardegna Solidale.
Oltre quattromila gli studenti provenienti da tutta l’isola, volontari e rappresentanti delle istituzioni che hanno letto e ascolato ascoltare i nomi delle 1012 vittime innocenti delle mafie, tra cui anche quattro sardi: Emanuela Loi, Bonifacio Tilocca, Don Graziano Muntoni e Antonio Pubusa.
“Nel nostro paese diminuiscono i morti ma non diminuisce l’illegalità, e anzi aumenta la commistione tra economia legale e illegale – ha sottolineato Pino Tilocca, esponente di Libera Memoria e figlio di Bonifacio -. Proprio per denunciare questa commistione che dilaga nelle aree più ricche del nostro paese, come quel nord-est in cui avanzano idee di società escludenti ed egoiste, non di rado razziste e fasciste, Libera ha voluto organizzare la manifestazione nazionale di quest’anno a Padova. Ma noi di Libera non ci occupiamo solo di mafia” ha proseguito Tilocca, “perché abbiamo una idea di società solidale, dove i porti sono sempre aperti”.
La giornata si è aperta in piazza dei Centomila dove i giovani dell’Istituto Nautico hanno scoperto un pannello in ricordo di Emanuela Loi e dei giudici Falcone e Borsellino.
Sul palco, prima della lettura dei nomi, si sono susseguiti gli interventi di saluto da parte degli organizzatori e delle autorità. “C’è un’Italia che si ribella all’indifferenza, all’illegalità, alle mafie e alla corruzione e si riunisce oggi, il primo giorno di primavera, giorno nel quale la vita ricomincia e in cui vogliamo ricordare tutte le vittime innocenti perché tutte hanno pari dignità”, così Giampiero Farru, referente regionale di Libera.
Per Paola Dessì, delegata della prefetta di Cagliari, “Come ci insegna don Ciotti, la memoria deve diventare impegno e non riempire solo vuote parole di circostanza. E voi ragazzi, dovete tramandare questa memoria”. Parole riprese dalla rappresentante del Comune di Cagliari, l’assessora Claudia Medda, secondo cui “gli orizzonti di giustizia sono orizzonti di libertà. Come amministratori testimoniamo ogni giorno che una alternativa è possibile”.
Appassionato l’intervento del questore di Cagliari Pierluigi D’Angelo, che ha ricordato gli anni bui delle stragi di mafia. “Questa giornata – ha rimarcato – nasce perché la madre di uno degli agenti morti a Capaci fece notare che non sentiva mai il nome di suo figlio nel corso delle cerimonie di commemorazione. Invece è giusto ricordare tutti i nomi. Le immagini delle stragi di Capaci e di via D’Amelio sono per noi indelebili e se non avete percezione di ciò che accadeva in quegli anni non potete capire il senso di questa giornata” ha detto rivolgendosi ai ragazzi. “Questa giornata serve per creare in voi giovani il ricordo di quanto è accaduto. Perché voi siete il futuro e vi dovete battere perché la piaga della criminalità organizzata venga definitivamente sconfitta”.
In piazza del Carmine, in rappresentanza della procura di Cagliari, è intervenuto anche il magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia Guido Pani. “Contro le mafie lo stato negli anni ha creato una struttura straordinaria, unica al mondo per professionalità. Questo ci dà la speranza di ottenere dei risultati positivi. Ma solo con l’appoggio dei cittadini noi possiamo combattere veramente la criminalità organizzata”.
Per l’occasione hanno preso la parola anche don Roberto Piredda, delegato dell’arcivescovo di Cagliari (“Lo spettacolo di questa piazza dà ragione a Borsellino, che fino alla fine ha sempre avuto fiducia nei giovani”), dei Comandanti provinciali della Guardia di Finanza Patrizio Verzoli (“Il silenzio è complice e va spezzato”) e dei Carabinieri Luca Minniti (“L’impegno di tutti noi prosegua per tutto l’anno, nel segno della legalità”).
A Cagliari non ha voluto mancare l’amministrazione algherese, che lo scorso anno ospitò la Giornata della Memoria e dell’Impegno. “In Italia non c’è territorio immune da infiltrazioni criminali – ha affermato l’assessora ai servizi sociali Angela Cavazzuti -. “Per questo l’impegno di Libera va affiancato e sostenuto. La partecipazione dei giovani è un segnale incoraggiante. Con loro e per loro, quella della memoria e della legalità è una battaglia che non può essere perduta”.
Per Bruno Loviselli, presidente del Co Ge Sardegna. “Come disse don Ciotti nel 2002 a Nuoro, in Sardegna la mafia non ha né storia né radicamento. Ma il fenomeno che dobbiamo combattere è quello degli attentati agli amministratori. Le nostre 1700 associazioni di volontariato sono in campo anche per contrastare la non-cultura che genera questo fenomeno”.
Dopo gli interventi del dirigente scolastico dell’Istituto Buccari-Marconi di Cagliari Giancarlo Della Corte (“Ciò che ci unisce è la voglia di lottare contro le mafie, gli abusi e le prevaricazioni") e della rappresentante della Città Metropolitana di Cagliari Michela Mura (“La mafia muore ogni volta che uno di noi sceglie la legalità, muore con la cultura. Ognuno faccia la propria parte”), sono stati gli alunni dell’Istituto comprensivo di Suelli a concludere in poesia la lunga parte della mattinata che ha preceduto la lettura dei 1012 nomi delle vittime.
“È stato quasi un momento sacro” – ha commentato al termine don Angelo Pittau, presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale, che ha sollecitato i giovani a prendere esempio dalle vite di chi ha sempre creduto nei valori della giustizia e della legalità.
Al termine il collegamento con Padova (città dove si è tenuta la manifestazione nazionale della Giornata) per seguire l’intervento di don Ciotti e ha chiuso in musica, con gli interventi della Carovana Folk e di Mor e la sua band, una mattinata di impegno, entusiasmo e commozione.