In Sardegna dal 2020 al 2021 migliorano agricoltura e alimentazione, salute, parità di genere, innovazione e infrastrutture, produzione e consumo responsabili. Peggiorano invece povertà, servizi igienico-sanitari, lavoro, disuguaglianze, città, biodiversità, giustizia e istituzioni. A dirlo è il terzo rapporto "I territori e lo sviluppo sostenibile" realizzato dall'ASviS, l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. È uno studio che analizza progressi o passi indietro di regioni, province e città metropolitane rispetto ai diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda Onu 2030.

   

Nell'Isola aumenta la superficie di coltivazioni biologiche (+ 2,0 punti percentuali), mentre rispetto all'uso di fertilizzanti e fitosanitari la regione registra livelli tra i più bassi in Italia (rispettivamente 0,4 quintali per ettaro nel 2021 e 3,2 chili per ettaro nel 2020). Cresce anche il numero di

medici (+1,6 per 1.000 abitanti) mentre si riducono le persone che fanno uso di alcol (-6,4) e che non praticano attività fisica (-11,8). Il report segnala una riduzione dei posti letto in ospedale (-0,9 per 1.000 abitanti tra il 2010 e il 2020).

   

Per quanto riguarda l'istruzione, migliora la formazione continua (+3,7 punti percentuali), l'uscita precoce (-10,3) e il numero di diplomati (+8,1). Diminuiscono le persone che abitualmente leggono libri e giornali (-10,9 punti percentuali) e gli studenti con adeguate competenze matematiche e alfabetiche.

 

Sul fronte lavoro, aumenta l'occupazione femminile (+4,7%) e la quota di donne nel Consiglio regionale (+3,3% tra il 2012 e il 2021). Tra il 2012 e il 2020 aumenta la quota di energia da fonti rinnovabili (+5,1). Migliora anche la copertura della banda larga (+32,7) e crescono le imprese con attività innovative (+21,5 tra il 2010 e il 2020). Gli utenti assidui del trasporto pubblico, già in calo tra il 2010 e il 2019, subiscono una ulteriore riduzione tra il 2019 e il 2021 (-32,7%). Tra il 2010 e il 2020 migliora la quota di rifiuti urbani differenziati (+29,6) e si riduce, anche se negli ultimi anni torna ad aumentare, la produzione di rifiuti pro-capite (-9,6%).

   

Dati anche negativi: aumentano la bassa intensità lavorativa (+6 punti percentuali) e la povertà assoluta (+4,5 di cui +0,5 tra il 2019 e il 2021). Tra il 2019 e il 2021 si segnala anche un aumento delle persone che vivono in abitazioni con problemi strutturali (+1,2 punti percentuali). Si riduce anche il Pil pro-capite. 

Aumenta la durata media dei procedimenti civili (+11 giorni tra il 2012 e il 2021). Si riduce l'affollamento negli istituti di pena (-36,1 punti percentuali) attestandosi nel 2021 al 76,4%, tra le situazioni migliori in Italia.