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Si è conclusa a Villaurbana la seconda edizione di “A sa Biddobranesa”, dopo tre giornate all’insegna della tradizione e del folklore, in cui musica, balli, poesie e usanze locali sono state raccontate dalla voce dei protagonisti e dal lavoro di artisti e artigiani. L’evento rientra nell’ambito della concessione dei contributi per l'organizzazione di manifestazioni rientranti nel “Cartellone delle manifestazioni del turismo esperienziale”, previste dal bando della legge n.7 della Regione Sardegna.
Tre appuntamenti ricchi di proposte e iniziative, sabato 25 novembre, venerdì 1 e domenica 3 dicembre. Rassegne folk e mostre, balli e laboratori, cori, gare di poesia e la presentazione, dopo 15 anni di lavoro, del libro “A sa Biddobranesa, abbigliamento della comunità di Villaurbana tra l’Ottocento e il Novecento”. Tutto ciò con lo scopo principale di preservare e tramandare la storia del paese, usi e costumi della comunità di Villaurbana.
E’ proprio questo il grande successo di “A sa Biddobranesa”, raccontare e tenere vive le tradizioni, trasmettendo ai più giovani un sentimento comune. “L’obiettivo è quello di dare continuità al progetto avviato lo scorso anno”, ci aveva raccontato qualche settimana fa il presidente dell’associazione culturale Biddobrana, Daniel Meloni, spiegando che “il fermento a livello folkloristico da parte delle nuove generazioni rappresenta una novità e una fonte di speranza per quanto riguarda la salvaguardia delle nostre tradizioni”.
A coronamento del lavoro dell’associazione, domenica 3 dicembre, la presentazione del libro che racconta e documenta la storia dei costumi e dell’abbigliamento della comunità di Villaurbana tra l’Ottocento e il Novecento. Dopo tanti anni e altrettanti ostacoli, culminati con la pandemia da Covid che ne ha ritardato la pubblicazione, riuscire a portare a termine l’opera di ricerca e approfondimento ha rappresentato per l’associazione una sorta di “liberazione”, accompagnata da un sentimento di enorme soddisfazione per il completamento di questo importante lavoro.
“L’importanza dell’opera – spiega Daniel – è data dal fatto che fissiamo un punto fermo per quelle che sono le nostre tradizioni. Dopo tutto questo tempo, quasi tutti gli intervistati ci hanno lasciato. Tanti dei costumi catalogati non sappiamo che fine abbiano fatto, in correlazione alla scomparsa di alcuni dei proprietari. Tutto questo avvalora il nostro lavoro, che nelle sue pagine rende vive quelle testimonianze: adesso la comunità ha una traccia di quello che è stato il modo di vestire e di vivere della nostra gente in quel determinato periodo”.
L’idea del libro è nata da subito, praticamente al sorgere dell’associazione nel 2007: “Proprio quell’anno abbiamo fatto una ricerca di foto d’epoca. La catalogazione dell’abbigliamento è avvenuta prima con mezzi propri, poi, dal 2012 abbiamo iniziato ad affidarci a Lorenzo Bellu, che si è occupato di immortalare i capi da catalogare. Dal 2016, grazie al finanziamento del Banco di Sardegna, abbiamo iniziato il progetto vero e proprio, articolato in tutte le sue fasi, terminato domenica”.
Le interviste e le informazioni raccolte hanno permesso di suddividere il lavoro in tre tematiche: balli e musica, panificazione e cibi tipici, abbigliamento tradizionale. L’opera finale si è concentrata quasi interamente su quest’ultimo tema, mentre gli altri due sono andati ad arricchire, in altre sedi, le varie iniziative dell’associazione sotto un aspetto più prettamente pratico (convegni, mostre, laboratori).
Il libro, 1.750 copie, è composto da 211 pagine, all’interno delle quali vengono riportate storie e testimonianze, arricchite da 400 fotografie d’epoca e dei capi di abbigliamento. “A sa Biddobranesa, abbigliamento della comunità di Villaurbana tra l’Ottocento e il Novecento”, è uno scrigno al cui interno si celano decenni di storia della comunità villaurbanese, usanze e tradizioni che, grazie ad esso, rimarranno integre nel tempo e vivranno nel ricordo e nella passione della sua gente e di chi ne ha reso possibile la realizzazione.