Con la cerimonia di inaugurazione di ieri mattina nella Torre civica di Carbonia, e con gli appuntamenti della serata, si è aperta ufficialmente la terza edizione di “Una Miniera di Cultura”, evento inserito nel circuito regionale “L’Isola dei libri”.

Il programma degli eventi è stato illustrato dalla sindaca Paola Massidda, dall’assessora comunale alla Cultura Sabrina Sabiu, dalla presidente AES Simonetta Castia e Ilaria Portas, capo di Gabinetto dell’assessorato regionale alla Cultura, che ha portato i saluti dell’assessore Giuseppe Dessena.

«Siamo tornati a Carbonia – ha spiegato Ilaria Portas – perché crediamo che sia importante consolidare eventi culturali di diffusione dell’editoria sarda in una città in cui la crisi post-industriale si è fatta particolarmente sentire. La Regione ci crede, ci investe, nell’auspicio che queste iniziative possano essere veicolo per un nuovo sviluppo dei territori dell’isola. Al circuito quest’anno è stato aggiunto un nuovo appuntamento che si terrà a Fonni a metà dicembre».

 «L’obiettivo che vogliamo perseguire – ha dichiarato la Sindaca Massidda – è quello di una cultura intesa non solo come crescita personale e strumento per combattere la solitudine del territorio, ma anche come stimolo per la crescita economica».

Per l’assessora Sàbiu ‘Una miniera di cultura’ è oltretutto occasione di riscoperta di tanti aspetti della nostra storia: «Saranno occasione di approfondimento la conferenza di domenica sulle città di fondazione e la presentazione di diverse opere che ricordano quegli anni sotto il duplice aspetto che inquadra da un lato gli operai che lavorarono all’edificazione, e dall’altro dei minatori che ne rappresentavano un po’ il cuore pulsante. Ma iniziative come questa, hanno anche lo scopo di cercare di abbattere il disagio sociale, che è tristemente presente nelle realtà periferiche».

«Questa tipologia di manifestazioni non parte dall’alto ma dal basso – ha affermato la presidente degli Editori sardi, Simonetta Castia – ha bisogno di interagire con il territorio che racconta e di avere la possibilità di svilupparsi nel tempo. È una filosofia che l’AES intraprende da trent’anni e il libro sardo ne è lo strumento principale.  Quella dell’Isola dei libri è una sperimentazione riuscita al punto che altre amministrazioni stanno esprimendo il desiderio di far parte del circuito».