Inaugurato questa mattina, alla presenza dell’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi, il nuovo servizio diocesano di accoglienza per senza dimora in via Ospedale a Cagliari, promosso dalla Diocesi attraverso la Caritas diocesana e gestito dalla Caritas San Saturnino Fondazione Onlus, braccio operativo della stessa Caritas. «Un servizio – ha spiegato questa mattina il direttore Caritas don Marco Lai – che rafforza ulteriormente l’azione di contrasto alla marginalità diffusa, finalizzata a non lasciare indietro nessuno, in piena sintonia con l’azione pastorale della Diocesi e della Chiesa universale: un’azione oggi ancora più significativa perché essa stessa contribuisce al contenimento della pandemia».

Circa quattrocento i senza dimora presenti nella città metropolitana di Cagliari, area vasta che da sempre accoglie le povertà provenienti dall’intero territorio regionale. «Dall’inizio della pandemia – ha spiegato il direttore – un’ottantina le persone senza dimora che si sono aggiunte a quelle già aiutate dalla Caritas nel periodo precedente: aumento che ha esteso le accoglienze notturne h24, a cui si aggiunge questo nuovo servizio con una trentina di posti letto, la cui apertura tempestiva è stata resa possibile anche con il contributo di quegli imprenditori ci hanno aiutato nella fornitura delle attrezzature necessarie per l’allestimento».

Un lavoro, quello della Caritas, portato avanti in sinergia con le istituzioni locali, rappresentate questa mattina dal sindaco Paolo Truzzu, dal prefetto Bruno Corda e dal questore Pierluigi d’Angelo.

L’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi ha ringraziato i Padri gesuiti ricordando che questo spazio, nato come luogo di culto, grazie al nuovo servizio continuerà ad essere un luogo di condivisione ecclesiale. «In questa emergenza abbiamo imparato che al di là delle statistiche ci sono persone che soffrono» ha detto mons. Baturi che ha sottolineato come «più posti di carità e amore ci sono nella città meglio è» , ricordando la necessità di un coordinamento tra le varie realtà presenti, in cui ognuno ha una propria responsabilità: coordinamento ancora più necessario in questo periodo di emergenza, con l’auspicio che «l’apertura di questo centro sia anche una profezia di convergenza in questa nuova fase che ci attende».

Infine, l’annuncio da parte dell’arcivescovo della creazione a breve di un Fondo di solidarietà diocesano – Emergenza 2020, grazie a un intervento straordinario della CEI stanziato da un fondo 8xmille, aperto al contributo di tutti: «L’idea è quella di farne un luogo diocesano di solidarietà e perequazione, con l’auspicio che, finita l’emergenza, esso abbia la forza per permanere»