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"L'attività di incenerimento prosegue senza sosta e senza limiti, nonostante proteste e denunce dei disgraziati abitanti e lavoratori dei quartieri di Mulinu Becciu e Su Planu, così come delle associazioni ecologiste. Ancora pericoli per la salute, ancora degrado, con cittadini che si sentono impotenti e istituzioni che non sempre svolgono un'adeguata attività di controllo e di prevenzione di tali fenomeni illeciti".
È uno stralcio della lettera-denuncia inviata dagli appartenenti al Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra, e sottoscritta da oltre 300 abitanti della zona e dal comitato No Diossina, al prefetto, ai sindaci di Cagliari e Selargius, al comandante provinciale dei carabinieri e al direttore del corpo forestale, per denunciare la precaria situazione in cui sono costretti a vivere gli abitanti di Mulinu Becciu e Su Planu a causa dei continui incendi appiccati all'interno del campo nomadi.
Nella lettera si chiede un tempestivo intervento alle istituzioni col sequestro dell'area. Nella missiva i firmatari sollevano una serie di interrogativi: "Perché non si interviene risolutivamente una volta per tutte? Perché il campo nomadi-inceneritore non viene ancora posto sotto sequestro preventivo? Perché c'è questa sorta di buonismo ipocrita che di fatto consente un avvelenamento strisciante dei residenti, compresi i rom che praticano il campo-inceneritore? Riteniamo sia necessario bloccare definitivamente, ora, subito, adesso, una nuova situazione di degrado ambientale altamente rischiosa per la salute pubblica dei residenti. A questo punto ogni giorno che passa crescono i pericoli ambientali e sanitari".