«Non è più credibile che la causa di questi disastri siano da ricercarsi solamente nell’azione criminale di uomini singoli o ispirati da mandanti. Riteniamo che le cause di questi incendi, che hanno devastato il territorio e esposto le popolazioni ad alto rischio di vita, siano da ricercarsi nell’ “irresponsabilità” dello Stato italiano che prima promette e poi non mantiene».

Lo ha affermato la consigliera regionale indipendentista di "Sardigna Libera", Claudia Zuncheddu.

«Non è credibile l’alibi dei Governi italiani che non avrebbero le risorse finanziarie per tutelare la Sardegna dalle devastazioni degli incendi, quando queste sono disponibili e consistenti per sperperi di guerra, come l’acquisto degli F35, i noti “aerei che non volano” – spiega Zuncheddu – e la stessa “irresponsabilità” va ricercata in quelle politiche della Regione che in questi anni hanno permesso e agevolato lo spopolamento del territorio e il conseguente abbandono delle attività agricole e pastorali: fenomeni che sono alla base della desertificazione dei luoghi».

«Queste politiche “irresponsabili e miopi” – continua Zuncheddu – hanno distrutto i presidi del volontariato locali che operano in prima linea nel controllo e nella salvaguardia del territorio. Ne è esempio il taglio dei finanziamenti ai comuni e il caso scandaloso delle Compagnie Barracellari, snobbate e abbandonate dalla RAS e lasciate senza fondi, senza i mezzi necessari, privandole delle dotazioni essenziali di sicurezza e addirittura delle stesse visite mediche, per l’idoneità al servizio».

«Ancor meno i sardi possono accettare il “balletto” di responsabilità fra Regione e Governi italiani – conclude Zuncheddu – che si accusano a vicenda della mancanza di coordinamento dei piani e delle competenze di intervento nelle zone colpite dagli incendi. Non è più tempo di viaggi a Roma con il capello in mano e di piangere sul latte versato, quando la nostra Isola va in fiamme. E’ tempo che la RAS eserciti la propria Sovranità governando in prima persona questa piaga che può essere sconfitta e che non da oggi distrugge i nostri territori e le nostre economie».