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Ancora incerto il futuro del nuraghe scoperto nella collina di monte Urpinu a Cagliari da due archeologi sardi: Professor Giovanni Ugas e Nicola Dessì, ora al centro di una interrogazione presentata al Sindaco di Cagliari e, di riflesso al Soprintendente archeologo, da parte di Marcello Polastri, Presidente della Commissione Patrimonio a Palazzo Bacaredda.
Anche le Associazioni Scopri la Sardegna, Gruppo speleo archeologico Cavità Cagliaritane si uniscono all'appello della fan page I Custodi della Memoria e Sardegna Sotterranea.
Martedì, infatti, al Comune di Cagliari sono attese le informazioni sul futuro di questo luogo della memoria della città di Cagliari, per il quale Polastri ha chiesto "Se la Soprintendenza non si sia ancora espressa sull'effettiva scoperta di un antichissimo complesso nuragico per valutare ipotesi di tutela, salvaguardia, fruizione e, ancor prima, di indagini archeologiche".
Il Presidente della Commissione patrimonio ha anche scritto al Nucleo di tutela del patrimonio culturale della Sardegna, per opportuna conoscenza.
"Illustre Soprintendente,
auguri cari, anzitutto, per il suo nuovo incarico che non potrà che giovare alla cultura della nostra amata Isola di Sardegna. Terra che, negli antichi siti nuragici, ha trovato nottetempo una delle sue più significative espressioni identitarie e storico-culturali.
E’ dei giorni scorsi la notizia dell’individuazione, avvenuta a Cagliari grazie alla volontà di due archeologi sardi e degli stimoli giunti dalla Società civile, di un grande sito di età nuragica sulla sommità del colle di Monte Urpinu, e della contestuale individuazione di numerosi e importanti frammenti di terracotta datante, nonché di un muro ciclopico, annesso a basamenti di torri e ad altre strutture sia fuori, che ipotizzate sotto terra, e riusate nei secoli se non nei millenni seguenti.
La civiltà nuragica, che ha caratterizzato un tema dominante nell’archeologia sarda, nella città di Cagliari è stata come “occultata” da successive costruzioni e, come tale, solo ad occhi esperti è oggi possibile individuare, nel territorio urbano di Cagliari, simili siti archeologici sopravvissuti all’incuria del tempo e dell’uomo.
E’ per questo motivo, gentile Soprintendente, che mi appello alla sua sensibilità. Perché “indagare” scientificamente e salvaguardare al tempo stesso il presunto sito nuragico di Monte Urpinu, come da autorevole tesi formulata dagli archeologi, è fondamentale, anche per poterlo custodire e per tutelare questo luogo della nostra memoria e identità.
Lascio alla sua sensibilità e competenza le valutazioni del caso, nel totale rispetto delle normative vigenti in materia di salvaguardia del patrimonio archeologico e, altresì, del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio per il quale sono fiducioso che anche il Comune di Cagliari potrà offrire, al suo Ufficio, tutto il supporto necessario.
In tal senso, una auspicata richiesta è stata avanzata al Sindaco di Cagliari e agli Assessori competenti affinché in questi giorni i funzionari del Suo ufficio possano riferire, in sede di Consiglio comunale, dunque alla città e all’intera Sardegna, l’ufficialità da parte della competente Soprintendenza ministeriale, di una simile scoperta che, in quanto tale, avrebbe un valore incommensurabile.
Dal Suo autorevole pronunciamento conseguirebbero ulteriori valutazioni anche per individuare forme finanziarie per le auspicate indagini archeologiche, nella succitata area collinare e paradisiaca di Monte Urpinu, nella prospettiva di una nuova stagione all’insegna della cultura ritrovata e del turismo, quale arricchimento per l’intera città di Cagliari. La saluto con viva cordialità".