La gip del tribunale di Cagliari Manuela Anzani ha revocato tutte le misure cautelari nei confronti di Tomaso Cocco. Da oggi il primario del reparto di Terapia del dolore dell'ospedale Binaghi di Cagliari è nuovamente in libertà. Si trovava agli arresti domiciliari dal febbraio scorso nell'abitazione di un familiare a Tula, suo paese di origine, dopo quattro mesi e mezzo trascorsi in carcere.

"Respiro, finalmente, da innocente l'aria libera della mia terra", sono le sue prime parole in un post condiviso su Facebook. "Non sono stati mesi facili per me: pensavo di non farcela. Ed è stato proprio il sostegno degli amici sinceri che mi ha dato la forza per andare avanti. Sono di nuovo libero. Quasi disperavo. La mia forza siete voi, il mio coraggio la mia professione, la mia gioia potermi occupare di chi soffre. Ora più che mai, avendo sopportato sulla mia pelle dolore e sofferenza".

Cocco, difeso dagli avvocati Rosaria Manconi e Fabio Varone, era stato arrestato il 27 settembre 2023 nell'ambito della maxi inchiesta della Dda di Cagliari, ribattezzata Monte Nuovo, su una presunta associazione criminale della quale avrebbero fatto parte colletti bianchi ed esponenti della criminalità del Nuorese.

Complessivamente, in quell'occasione, erano finite in carcere 31 persone, tra cui l'ex assessora regionale dell'Agricoltura, Gabriella Murgia, già tornata in libertà.

Dopo l'arresto, Cocco era stato trasferito dal carcere di Uta a Palermo, nella casa circondariale Pagliarelli, destinata alla detenzione di mafiosi in alta sorveglianza, nonostante il Tribunale del Riesame di Cagliari avesse escluso sia per lui che per l'ex assessora l'ipotesi di associazione mafiosa, mantenendo a loro carico l'associazione a delinquere semplice finalizzata a compiere reati contro la pubblica amministrazione.

Secondo gli inquirenti, Murgia e Cocco sarebbero stati il punto di congiunzione tra i gruppi criminali e le istituzioni.