Il giorno dopo l'incidente che ha ucciso una sua giovane figlia, la 22enne Sara Palimodde, la comunità di Buddusò è ammutolita dal dolore. Un dolore immenso e, purtroppo, non nuovo da queste parti dove la strada e stata spesso fatale ai giovani.
Il sindaco Giovanni Antonio Satta, alla guida del paese dal 2010, ha visto tante giovani vite spezzarsi troppo presto, soffocate fra le lamiere e le lacrime di un intero paese.

"Non ci sono parole per descrivere lo sgomento generale - così il sindaco Satta -. È l'ennesima tragedia di questo tipo che colpisce il nostro paese e non posso che esprimere tutto il dolore mio e della cittadinanza. Conosco bene la famiglia di Sara, una famiglia stimata in paese. Di Sara mi rimane impressa la bellezza, una ragazza dal viso di porcellana, legatissima alle due sorelle. La ricordano tutti come una ragazza stupenda, incantevole sotto ogni punto di vista. Una giovane che si dava da fare lavorando con la zia, imprenditrice nel settore delle manutenzioni stradali e delle aree verdi. Sara era una ragazza che verrà a mancare a questa generazione".

Nel ricordo del primo cittadino lo stesso affetto e la stima espressi dalle decine di persone che da ieri pomeriggio hanno ricordato e salutato Sara Palimodde sul suo profilo Facebook.

Poi l'appello ai giovani: "In queste occasioni c'è sempre un aspetto importante da ricordare soprattutto ai nostri giovani: in macchina ci vuole prudenza. Potremmo avere le strade più moderne del mondo, ma senza la prudenza servirebbe ben poco. È fondamentale conoscere i limiti della strada e rispettarli. A poco serve, poi, parlare di fatalità quando il dramma si è già consumato. Purtroppo Buddusò conosce questo tipo di disgrazie e ci rendiamo sempre più conto di cosa possano diventare le auto. Noi dell'amministrazione, assieme alla cittadinanza, oltre alle parole di conforto cercheremo di essere vicini alla famiglia in questo momento di straziante dolore".

In un giorno come questo, per la comunità buddusoina si riaprono vecchie ferite mai del tutto rimarginate.

Era il 2 febbraio 2013 quando Davide Ziri, 30 anni, e Roberto Ghisu, 19, persero la vita sullo scorrimento veloce del Goceano all'altezza di Bultei. La Citroen C4 a bordo della quale viaggiavano perse aderenza con l'asfalto a causa della forte pioggia mentre rientravano a Buddusò dopo una giornata di festa.

Il 23 ottobre dello stesso anno Giuseppe Taras, 20 anni, perse la vita in uno scontro frontale con un'altra auto lungo la strada provinciale 389 Buddusò-Bitti.

Il 3 settembre 2015 Giovanni Mura, 27 anni, viaggiava a bordo di una moto alla periferia del paese quando si schiantò a un furgone che lo precedeva morendo dopo alcuni giorni di coma.