È stata una mattinata di passione quella di ieri a Ozieri. La comunità intera e i paesi del circondario si sono uniti al dolore immenso della famiglia Zintu duramente colpita dall’immane tragedia di Ardara.

Moltissimi i ragazzi, amici e conoscenti del giovane Claudio, accorsi con commozione per l’ultimo saluto nella chiesa di San Francesco, della quale i Zintu erano parrocchiani prima del trasferimento nella frazione di San Nicola.

Alla presenza delle autorità politiche e religiose il vescovo Mons. Sebastiano Sanguinetti ha ricordato questa famiglia di buone persone distrutta dal lutto ricordando che “Oggi il nostro pensiero e la nostra preghiera vanno a loro ma vanno anche a Nuoro dove il giovane Salvatore lotta ancora per sopravvivere.” Il vescovo ha poi proseguito rivolto alle centinaia di persone fuori e dentro la chiesa gremita: “Non lasciate ora che la famiglia affronti da sola questo dramma, siate capaci di quella solidarietà che sta tanto a cuore e di cui continuamente parla Papa Francesco.”

 

 

E ancora, consapevole del grande problema di una strada sempre più assassina come la Sassari-Olbia ha richiamato ad una maggiore attenzione e prudenza anche gli automobilisti: “Troppe persone hanno perso la vita in quella strada in questi anni e chi di dovere si è già attivato muovendo i primi passi per mettere in sicurezza una strada così pericolosa, ma prima ancora che la strada ognuno di noi, quando viaggia, deve mettere in sicurezza la propria coscienza.” Alla fine, un’amica di Claudio Zintu ha letto con voce rotta dall’emozione una lettera di saluto da parte dei compagni che lo hanno ricordato: “Sempre sorridente e pronto a tirar su gli altri.

Non dava mai a vedere le sue difficoltà” ha proseguito la ragazza “e fino all’ultimo ha lottato con coraggio. Noi gli siamo stati accanto fino alla fine nonostante le parole dei medici ci avessero lasciato poche speranze e, come lui, non ci siamo arresi sperando che ce la facesse.” E infine, “Non sappiamo dove sei ora ma sappiamo che una parte di te rimarrà sempre con noi. Ci sembrerà di sentirti chiamarci e scherzare come facevi sempre. Ti chiediamo di proteggerci, sei andato a raggiungere gli angeli che sono partiti prima di te.”

Parole che hanno toccato l’assemblea che, provata e in lacrime, si è sciolta in un applauso liberatorio.

 

Claudio Zintu con gli amici.