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Lunedì 30 luglio circa una ventina di allevatori di vacche da latte del nord Sardegna si sono autoconvocati nella consiliare del Comune di Mores per discutere delle problematiche relative al settore, in modo particolare dei risarcimenti per i danni causati dalle calamità naturali che si sono verificate lo scorso anno.
All'incontro hanno preso parte i primi cittadini di Mores e Ardara, Peppino Ibba e Francesco Diu, l'Assessora all'agricoltura del Comune di Mores, Stefania Sassu e il Consigliere regionale del Partito dei Sardi, Piermario Manca.
In questa occasione gli allevatori, provenienti da Mores, Ardara, Siligo, Tula, Ozieri e Berchidda, hanno esposto le loro criticità sui rimborsi, in modo particolare sulla distinzione tra vacche da latte e quelle da carne.
Nella giornata odierna (1 agosto), Manca ha rimarcato, su un post pubblicato su Facebook, come «I produttori del Nord Sardegna, mai interpellati sull’argomento dalle associazioni professionali agricole, si sentono per l’ennesima volta penalizzati dalle scelte dell’assessorato all’agricoltura e ritengono offensivo il prezzo di € 15 a capo bovino da latte rispetto ai 65 euri stabiliti dal tavolo verde per le vacche da carne».
«Non si capisce la ratio di questa differenza di valutazione – ha aggiunto il consigliere di Thiesi – anche perché le aziende bovine da carne e da latte dislocate sul territorio sono quasi sempre confinanti e di conseguenza la siccità ha colpito allo stesso modo tutto il territorio del Nord Sardegna, con cali elevati delle produzioni vegetali in tutte le aziende bovine sia da latte che da carne; in particolare gli allevatori fanno notare che nelle zone asciutte il raccolto primaverile è stato compromesso totalmente dalla siccità come certificato dalle autorità competenti mentre nelle zone irrigue il blocco anticipato dell’erogazione dell’acqua da parte degli enti di bonifica (30 luglio “Nurra” e 30 agosto “Nord Sardegna”) non ha permesso di portare a termine le colture estive. Trattandosi di denaro publico, i produttori di latte bovino del Nord Sardegna chiedono una verifica tecnica, puntuale e dettagliata, per conoscere i motivi della discriminazione di trattamento con i bovini da carne e una relazione dei danni subiti nelle aree affettivamente colpite da calamità».
Infine gli allevatori, proprietari di aziende in cui allevano circa 5mila 200 capi bovini con una produzione media di 24 litri all'anno con coltivazioni di erbe e mais su terreni che fanno capo agli enti di bonifica della Nurra e del Nord Sardegna, hanno chiesto un incontro al Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, e all'Assessora all'Agricoltura, Pier Luigi Caria «per chiarire le problematiche del settore e per assicurare una rivisitazione della suddivisione delle somme stanziate per la ristorazione dei danni dovuti alla siccità del 2017 con un incremento delle somme per le vacche da latte stimato in € 300mila al fine di equipararlo a quello determinato per le vacche da carne».
Il consigliere Manca ha anche rimarcato come «Per poter mantenere le produzioni e gli standard qualitativi, tutte le aziende, nel 2017, hanno dovuto acquistare, a causa della siccità, buona parte delle provviste alimentari dal Sud della Sardegna, in Italia e persino in Spagna documentando le spese con fatture alla mano che vanno dai 30 mila euro ad oltre 100mila euro ad azienda».