Sindaci, sindacalisti, politici e operai si sono ritrovati ieri a Ottana, in una sala affollata dell'albergo "Funtana 'e donne", per parlare della crisi dell'area industriale e dare anche inizio a una “rivoluzione politica e sociale, pacifica e legale, ma di rivoluzione si tratta”.

L’incontro è stata organizzato dal Partito dei Sardi. “Ci riuniamo a Ottana non per noi, ma per tutti – ha detto il segretario Paolo Maninchedda -. Stasera inizia qualcosa di diverso. Si stanno saldando nuovi bisogni politici con nuovi bisogni sociali. Serve subito una politica dei redditi, perché prima di tutto bisogna soccorrere il bisogno. Non bisogna avere paura di mettere in campo politiche vere e immediate di sostegno al reddito, politiche che un tempo si chiamavano solidariste o socialiste. Subito dopo però si deve cambiare il sistema politico e istituzionale della Sardegna e dei suoi rapporti con lo Stato italiano”.

“Noi – ha sottolineato il segretario territoriale Ugl Chimici Andrea Gerardo - ci ritroviamo a dover gestire una situazione disastrosa con classi politiche sarde ancora in carica che mentono davanti a padri che non hanno di che allentare la propria famiglia. L'assessore all'industria parla di gassificatore, di lavoro che arriverà, ma non parla di jointventure di aziende straniere di soldi che vanno all'estero. Non si parla di silenzio davanti all'industria che da a lavorare alle maestranze provenienti dal continente e lascia il proprio popolo a morire di fame, e non interviene per mettere un freno, e mettere delle chiari regole”. 

“Il Reis – ha detto ancora il sindacalista - non da sostegno a chi perde il lavoro, il Welfare è da modificare, conclude Andrea Gerardo, un disoccupato in Italia non può  accedere ad un esenzione sanitaria o alle politiche di estrema povertà perché il reddito (isee) viene calcolato sulla base dall'anno precedente, qui denunciamo la totale assenza di questa classe politica”.