La formazione degli infermieri di famiglia e comunità (Ifc), le figure professionali che opereranno nelle Case della comunità, le nuove strutture previste dalla riforma della sanità territoriale varata con il DM77 e finanziate con i fondi della Missione 6 del Pnrr, è stata al centro del tavolo che si è riunito ieri all’assessorato regionale della Sanità e a cui hanno partecipato i rappresentanti degli atenei di Cagliari e Sassari e degli Ordini professionali della categoria.

“L’obiettivo – dichiara l’assessore Mario Nieddu – è quello di definire e condividere, con i principali attori coinvolti, una linea comune sul tema della formazione degli infermieri di famiglia e comunità e, in prospettiva, delle altre figure che saranno coinvolte nel potenziamento della rete territoriale. Ricordo che la normativa nazionale prevede un Ifc ogni tremila abitanti e in Sardegna abbiamo calcolato un fabbisogno di circa cinquecento infermieri. Le Case della comunità previste dal piano regionale dei servizi sanitari sono complessivamente ottanta, cinquanta finanziate con le risorse del Pnrr per circa 76,5 milioni di euro cofinanziati dalla Regione. Per quanto riguarda la Missione 6 abbiamo programmato le risorse e stiamo procedendo verso gli obiettivi fissati dal Pnrr. Nell’ultima seduta la Giunta regionale ha approvato la delibera con cui sono stati fissati i requisiti di autorizzazione all’esercizio e i requisiti ulteriori di accreditamento sia per gli Ospedali di comunità, sia per le Case della comunità, provvedimento che ora passerà al vaglio della Commissione in Consiglio regionale”.

Le ipotesi sulla formazione per la qualifica delle nuove figure riguardano master universitari, ‘training on the job’ e corsi con il coinvolgimento degli Ordini. “Le strutture territoriali intermedie cambieranno il volto dell’assistenza sanitaria consentendo una gestione più capillare e puntuale delle cronicità, con la conseguente possibilità di focalizzare sugli ospedali l’assistenza per gli acuti. Il Pnrr rappresenta un’opportunità importante, ma le strutture devono essere riempite di contenuti e i percorsi di formazione degli infermieri di famiglia e comunità vanno in questa direzione”, conclude l’esponente della Giunta Solinas.