"I cassetti delle farmacie ospedaliere vuoti, le sale operatorie sprovviste di garze e altri strumenti fondamentali, i donatori di sangue rispediti al mittente per mancanza di sacche: questa è la sanità che Sassari offre ai propri cittadini, chiediamo alla cittadinanza di unirsi a noi per smuovere le coscienze dei politici locali e sardi".

È il grido di battaglia con cui Fausta Pileri, segretaria territoriale del Nursind - una delle principali sigle sindacali delle professioni infermieristiche - stamani si è messa a capo del corteo cha ha manifestato per difendere "il lavoro e la salute dei sassaresi come diritti insindacabili".

Insieme ad addetti ai lavori ed esponenti cittadini dell'opposizione di Comune e Regione, dai Riformatori a Forza Italia, sino al Movimento 5 Stelle, all'appello hanno risposto anche Fials ed Fsi, altre due sigle del comparto.

"Gli operatori del sistema sanitario non possono più assistere in silenzio all'aggravarsi di una situazione indecente", ha detto Pileri mentre un centinaio di persone, con bandiere, striscioni e fischietti, attraversava via Amendola e viale Italia per arrivare all'ospedale Santissima Annunziata, passato lo scorso anno dalla Asl all'Aou.

"Un'altra spina nel fianco è il precariato - denuncia la segretaria di Nursind - si è abusato del ricorso a interinali, la Regione non intende applicare a noi la legge dello scorso anno sulla stabilizzazione del personale".

Per Salvatore Dettori, segretario territoriale della Fials, "l'Azienda ospedaliero-universitaria è l'unica in Italia in cui i fondi per il comparto, ossia per tutti i dipendenti ad eccezione dei medici, non sono certificati dal collegio dei revisori". Ne deriva "una perdita di 900 euro all'anno per ogni dipendente, i reparti sguarniti e i lavoratori costretti a fare i doppi turni senza disporre di fondi per gli straordinari - conclude Dettori - eppure l'Aou è l'azienda sanitaria italiana con i più alti stipendi per i dirigenti amministrativi".