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epa08534897 A banner advertising sport betting is seen hanging on a bridge in Lagos, Nigeria, 07 July 2020 (Issued 08 July 2020). Sport betting kiosks that were shut down during the long lockdown to prevent the spread of the coronavirus, are back on the streets as European premier leagues resume. Many Nigerians are followers of the Premier league and European football clubs and their fandom through betting is also huge, particularly in Lagos, a city of 21 million people. EPA/AKINTUNDE AKINLEYE ATTENTION: This Image is part of a PHOTO SET
Non solo contagi, morti, e attività sul lastrico. "Vittime" del Covid-19 anche tutte quelle persone che non hanno avuto l'occasione di rientrare in patria, perché impeditogli per vari motivi. Una di queste è Massimiliano Angius, 52 anni, ingegnere edile bloccato in Nigeria. Vorrebbe assistere alla nascita di suo figlio.
Da mesi sta cercando di tornare a Cagliari, ma i problemi legati ai trasporti per gli strascichi del lockdown gli impediscono di riabbracciare moglie e familiari. Dal consolato italiano in Nigeria arrivano comunicazioni poco incoraggianti: "I pochi voli charter sono insufficienti alle enormi richieste". Anche se i funzionari rassicurano: "Lei è nella nostra mailing list".
La situazione al momento non si sblocca. E la famiglia dell'ingegnere cagliaritano lancia un appello. È una lettera rivolta alla presidenza del Consiglio dei ministri, alla Regione e al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Una richiesta d'aiuto firmata dai genitori: "Per far sì che nostro figlio possa trovare posto in aereo per poter rientrare a Cagliari, dove si trova la moglie, che è in stato di avanzata gravidanza a rischio ed è ricoverata all'ospedale 'Brotzu' di Cagliari".
Massimiliano perde gradualmente la fiducia: "Nostro figlio - scrivono i genitori dell'uomo - si sente abbandonato da chi dovrebbe preoccuparsi, soprattutto, del benessere di tutti gli italiani che risiedono in un Paese straniero".