Non solo contagi, morti, e attività sul lastrico. "Vittime" del Covid-19 anche tutte quelle persone che non hanno avuto l'occasione di rientrare in patria, perché impeditogli per vari motivi. Una di queste è Massimiliano Angius, 52 anni, ingegnere edile bloccato in Nigeria. Vorrebbe assistere alla nascita di suo figlio.

Da mesi sta cercando di tornare a Cagliari, ma i problemi legati ai trasporti per gli strascichi del lockdown gli impediscono di riabbracciare moglie e familiari. Dal consolato italiano in Nigeria arrivano comunicazioni poco incoraggianti: "I pochi voli charter sono insufficienti alle enormi richieste". Anche se i funzionari rassicurano: "Lei è nella nostra mailing list".

La situazione al momento non si sblocca. E la famiglia dell'ingegnere cagliaritano lancia un appello. È una lettera rivolta alla presidenza del Consiglio dei ministri, alla Regione e al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Una richiesta d'aiuto firmata dai genitori: "Per far sì che nostro figlio possa trovare posto in aereo per poter rientrare a Cagliari, dove si trova la moglie, che è in stato di avanzata gravidanza a rischio ed è ricoverata all'ospedale 'Brotzu' di Cagliari".

Massimiliano perde gradualmente la fiducia: "Nostro figlio - scrivono i genitori dell'uomo - si sente abbandonato da chi dovrebbe preoccuparsi, soprattutto, del benessere di tutti gli italiani che risiedono in un Paese straniero".