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Sono centinaia gli ignari investitori che, nel corso degli ultimi anni, affidandosi a promotori finanziari fasulli, anziché incassare i frutti dell’investimento promesso, hanno perso decine di migliaia di euro.
Il sistema architettato, ha spiegato la Polizia, è quello del ben noto e famigerato “schema Ponzi”, una vera e propria truffa finanziaria nella quale i primi ai “investitori” vengono promessi forti guadagni purché facciano entrare nel sistema nuovi “affiliati” a loro volta truffati.
Chi entra per primo avrà ottimi ritorni economici a spese dei successivi “investitori”, una sorta di “catena di Sant’Antonio” nella quale vengono promessi interessi molto elevati, pagati agli “investitori” mediante il denaro apportato dai nuovi soggetti che hanno aderito successivamente allo schema.
Il gioco funziona sino a quando resta elevata la capacità di attrarre nuovi partecipanti, quando invece il denaro in entrata non riesce più a coprire gli interessi promessi a coloro che già sono coinvolti nello schema, il circuito si blocca, manifestando la sua natura di truffa.
Pertanto, la maggior parte di coloro che hanno investito denaro lo perderanno, mentre i promotori del sistema, collocati al vertice della piramide, avranno fatto perdere le loro tracce.
Le società sotto indagine sono tutte quelle collegate alla “Bolton First Credit”, e tante altre società che, come riportato in più comunicazioni di Cansob e Banca d’Italia, non possono operare nel mercato finanziario italiano né tantomeno possono prestare garanzie di nessun tipo.
La Bolton, infatti, prometteva interessi sugli investimenti pari al 5% mensile sul capitale versato più ulteriori “bonus” per gli investitori che presentavano nuovi clienti.
Il metodo utilizzato per attrarre nuovi investitori era quello del passaparola, mediante il quale i finti promotori mostravano ai potenziali clienti dei prodotti finanziari sui quali investire i propri risparmi, con la promessa che in breve tempo questi avrebbero fruttato interessi esorbitanti, decisamente fuori mercato.
Dietro il sistema, oramai al collasso, vi era invece una vera e propria truffa di enormi proporzioni ideata da scaltri truffatori che, arricchitisi, stanno facendo perdere le loro tracce.
I finti investimenti in cripto-valute avvenivano a seguito di iscrizione a portali internet riconducibili alla Bolton e ad altre società satellite della stessa, questi spaziavano dai bit-coin, all’oro, ma anche ai diamanti e altro.
Le presunte quote di investimento, dopo essere state acquistate dalle ignare vittime mediante versamenti di denaro, andavano a confluire su conti correnti esteri, direttamente gestiti dalla banda dei truffatori.
Alla luce di tutto questo, la Questura di Oristano oltre a diffidare chiunque dal concludere tali tipologie di “affari”, invita tutti coloro fossero incorsi in questo tipo di truffa a presentarsi presso gli uffici della Squadra Mobile per presentare querela, anche al fine dell’ottenimento di un eventuale ristoro delle somme investite.