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Con il cuore pieno di dolore, i genitori e la sorella Giulia di Emanuela Mura, la 41enne investita e uccisa mentre faceva jogging a Carloforte, lanciano un appello perché vogliono sapere esattamente cosa sia successo quella maledetta mattina del 29 novembre scorso.
“Vogliamo verità e giustizia: chi sa qualcosa parli!” Affermano i genitori, affossati nella più totale disperazione.
La sorella minore Giulia dichiara: “Dentro abbiamo un dolore assurdo e il fatto che ancora oggi non sia saltata fuori tutta la verità è un continuo male al cuore che peggiora di giorno in giorno, vogliamo che questa vicenda non finisca nel dimenticatoio”.
I congiunti di Emanuela non sono infatti del tutto convinti di quanto asserito dal cameriere 30enne, concittadino della vittima, che si era costituito il giorno dopo l’accaduto, presentandosi in caserma accompagnato da un avvocato.
Il giovane ha dichiarato che non si è fermato a soccorrere la povera donna in quanto convinto di aver urtato un muretto dopo aver sbandato con la macchina. I suoi familiari, dopo aver visto l’auto danneggiata, lo avrebbero poi invitato a recarsi in caserma una volta saputa la notizia del decesso di Emanuela, ricollegando orario e luogo.
Il 30enne è stato denunciato per omicidio stradale e omissione di soccorso, ma continua ad affermare di non ricordare nulla di quanto accaduto. Quella mattina era stato un passante a dare l’allarme appena si è accorto della vittima, ma ormai l’auto si era già dileguata e per la donna non c’era più niente da fare.
Si ipotizza ora un coinvolgimento di terze persone, ed è per questo che i parenti di Emanuela vogliono vederci chiaro.