“La Regione può e deve togliere dal mercato l’isola di Budelli. Non partecipando all’asta ma disponendo l’esproprio per il pieno utilizzo dell’area come riserva naturale di interesse pubblico. Nessun ente pubblico deve intervenire in aste al rialzo ma deve imporre la sua potestà pianificatoria senza spendere un euro.

Considerato il suo inesistente valore immobiliare relativo alla sua totale in edificabilità, quel patrimonio deve essere sottratto anche nominalmente a vendite più o meno alettanti. L’idea che si possa vendere con un’agenzia immobiliare un pezzo pregiato di Sardegna è di per sé un affronto che va respinto con atti pubblici chiari e decisi. L’esproprio è una strada obbligata urgente e ineludibile, considerata l’esigenza di sottrarre quell’area proprio a qualsiasi tipo di speculazione. Il valore immobiliare è zero. E zero la Regione deve pagare”.

Lo sostiene il deputato sardo Mauro Pili che interviene sulla possibile vendita attraverso un’asta dell’esclusiva isola di Budelli nell’arcipelago de La Maddalena.

“La Regione deve divenire autorità espropriante approvando a tale fine un progetto di pubblica utilità, in funzione della previsione pianificatoria stabilita dalla stessa Regione per quell’area. Venga immediatamente apposto il vincolo preordinato all’esproprio e non si perda altro tempo. Il decreto di esproprio – sostiene Pili - può essere emanato proprio perché la destinazione di quell’area a Parco naturale è disciplinata da reiterati strumenti di pianificazione urbanistica e in atti di natura ed efficacia equivalente, e sul bene da espropriare sia stato apposto il vincolo preordinato all'esproprio”.

“Un bene come l’isola di Budelli – prosegue Pili – deve essere obbligatoriamente sottoposto al vincolo preordinato all'esproprio quando diventa efficace l'atto di approvazione del piano urbanistico generale che lo destina a parco naturale. Il vincolo preordinato all'esproprio ha la durata di cinque anni. Entro tale termine, può essere emanato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità della funzione naturalistica e pubblica dell’area.

Se non è tempestivamente dichiarata la pubblica utilità del progetto naturalistico, il vincolo preordinato all'esproprio decade. Nel corso dei cinque anni di durata del vincolo preordinato all'esproprio, la Regione – ribadisce Pili - può motivatamente disporre o autorizzare sul bene vincolato la realizzazione di un’oasi naturalistica di carattere pubblico tale da rendere evidente l’obbligo dell’esproprio stesso”.

“Basta vendite sulla testa della Sardegna e dei sardi - conclude Pili -, la Regione eserciti il suo diritto dovere a governare il territorio senza lasciarlo alla mercè di mercanti di natura e di patrimoni ambientali”.