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E' evaso nuovamente Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro. Dopo un permesso premio nel carcere di massima sicurezza di Sassari, dove è detenuto da luglio 2017, non ha più fatto rientro.
L'ergastolano, ormai 60enne, doveva rientrare nel penitenziario a mezzogiorno ma ha fatto perdere le sue tracce per l'ennesima volta. Le forze dell'ordine di tutta l'Isola lo cercano.
Una vita violenta la sua. Figlio di giostrai sinti crebbe nelle Roma della banda della Magliana, venendo sfiorato anche dall'inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Accanto al cadavere del poeta delle borgate, infatti, venne trovato l'anello di Johnny.
Il 28 dicembre 1975, insieme a un amico, ucciso il tranviere Vittorio Bigi dopo avergli rubato l'orologio, occultandone poi il cadavere che venne ritrovato dopo una settimana. La testimonianza di un tassista portò all'arresto dei due ancora minorenni. La prima evasione nel 1987, sempre dopo una licenza. Durante la latitanza commise furti e rapine, sequestrando la giovane Silvia Leonardi dopo aver rubato l'auto al fidanzato. In quella stessa notte, il 23 marzo, uccise l'agente di polizia Michele Giraldi che lo aveva intercettato. Fu catturato poche ore più tardi.
La seconda evasione il 30 giugno del 2017. Uscito, ancora per un permesso, dal penitenziario di Fossano (Cuneo), non vi fece rientro. Venne arrestato poche settimane dopo nell'hinterland di Siena.
"Autore di numerose rapine a mano armata - commenta Vincenzo Chianese, segretario generale di Es Polizia - coinvolto nel processo per l'omicidio di Pierpaolo Pasolini, condannato per altri due omicidi, tra cui quello dell'agente Michele Giraldi del commissariato romano 'X Tuscolano', oggi Giuseppe Andrea Mastini, detto Johnny lo Zingaro, ancora una volta non è rientrato da un permesso premio. Eppure questo ergastolano durante un permesso premio nel 2014 si era già reso responsabile di irregolarità e nel 2017 aveva fatto esattamente la stessa cosa".
"La normativa che consente di uscire dal carcere anche a persone che palesemente non dovrebbero poter circolare va assolutamente cambiata - sostiene il sindacalista - e non solo per evitare che i familiari delle vittime ogni volta che accadono certe cose avvertono di nuovo lo stesso dolore, ma anche perché la sensazione di impunità che c'è nel nostro Paese mina profondamente la credibilità dello Stato".