Sono trascorse più di 48 ore da quando Johnny lo Zingaro, 60 anni, è evaso dal carcere di massima sicurezza di Bancali, a Sassari, ma di lui non c'è alcuna traccia. Tutte le forze dell'ordine sono impegnate nelle ricerche di Giuseppe Mastini già da sabato scorso, quando è stata diramata la nota del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che segnalava il suo mancato rientro, fissato per le 12.20 di quello stesso giorno, da un permesso premio alla casa famiglia "Don Giovanni Muntoni" gestita dai salesiani a San Giorgio, una borgata di Sassari.

La questura e le stazioni dei carabinieri di Sassari, Porto Torres, Alghero e Olbia, dove si trovano i principali porti e aeroporti del Nord Sardegna, sono state state allertate. Così come la polizia di frontiera degli scali di Alghero, Olbia e Cagliari, nonché quella dei porti di Palau, Olbia e Cagliari.

Lo "zingaro", il cui soprannome è legato alle sue origini sinti, era rinchiuso da luglio del 2017 nel carcere sassarese, dopo la precedente evasione avvenuta il 30 giugno di quell'anno dal penitenziario di Fasano (Cuneo).

Anche in quel caso circostanza era uscito godendo del regime di semilibertà, e non aveva fatto più rientro. Alle spalle una lunga scia di sangue dalla fine degli anni Settanta. Omicidi, rapine e latitanze. Era stato coinvolto anche nell'inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Negli anni Ottanta aveva seminato il terrore a Roma. La sua prima evasione risale al 1987 quando, approfittando di una licenza premio, non rientrò in carcere rendendosi protagonista di numerosi fatti criminali. Fu catturato due anni dopo.

Nel video la ricostruzione della carriera criminale di Johnny lo Zingaro