Talento, viaggi, ma soprattutto innovazione, tecnologia e comunicazione sono argomenti trattati nell’incontro-dibattito di Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti) con gli studenti delle Facoltà Umanistiche di Cagliari. L’evento, organizzato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione e coordinato dalla professoressa Elisabetta Gola e dal giornalista Mario Frongia, ha avuto inizio alle ore 10 presso l’aula magna del corpo aggiunto – presidio di Sa Duchessa, piazza D’Armi.

L’autore si racconta con spontaneità, sincerità e umiltà, sorprendendo chi si aspettava maggior distacco e formalità da parte di un personaggio famoso a livello internazionale.

Oggi la comunicazione avviene sempre più in forma virtuale e in tempo reale, era quindi indispensabile affrontare i temi della tecnologia, dei nuovi mezzi di comunicazione e dei social network. Alla domanda sull’importanza di mantenere “autenticità” sui profili Twitter piuttosto che delegare altri, l’artista risponde:

«Su Twitter funzionano solo quelli che hanno autenticità, gli altri funzionano meno. Si sente se c’è qualcuno dietro o no ».
« La comunicazione è quello che sei! ». Lavorare mantenendo forte l’amore per le cose e conservando una “vitalità” nello sguardo, questo è secondo l’autore “comunicazione” e traspare in modo naturale su Twitter e sui social network: si fa fatica a fingere. Mentre i miti prima erano quelli alimentati da un alone di mistero e una certa distanza, ora “trasparenza” e “autenticità” sono valori fondamentali e il distacco è, anzi, controproducente.

In un’epoca in cui è difficile trovare lavoro e sono forti la paura e l’incertezza sul domani, le domande più sentite dagli studenti cercano dall’artista risposte rassicuranti sul futuro nel campo della Comunicazione. Viviamo immersi nella tecnologia, i mezzi sono tanti (forse troppi), gli spazi e le possibilità, però, sono difficili da trovare. Si studia per prepararsi ad entrare in un campo che pare ancora troppo diffidente verso l’aria di novità portata dalle nuove generazioni che sentono il peso della frustrazione di chi non ha modo di dimostrare la propria preparazione e serietà, chiede e cerca una possibilità, ma si trova davanti porte chiuse.

La rassicurazione e l’incoraggiamento arrivano, ma con queste un monito: «Hai ragione a pensare che sarà difficile, ma questa tua ragione non ti servirà a niente! È necessario chiedersi qual è il proprio ruolo nel mondo e qual è la propria battaglia: ogni generazione ne ha una diversa. Lamentarsi non solo è inutile, ma è dannoso. Fra tutti, gli atteggiamenti di “lamentela” e “risentimento”, sono quelli meno utili dal punto di vista pratico e che ostacolano la realizzazione di sé stessi e il raggiungimento della felicità. E mentre noi ci lamentiamo, gli altri Paesi vanno avanti, crescono».

Parole forti, che sembrano quasi un rimprovero, ma che esprimono tutto l’incoraggiamento di un genitore che sprona i figli a dare di più, a provarci, a non rinunciare perché “tanto non ce la faccio”. Cercare di mettere a fuoco il campo d’interesse e buttarsi. Essere soprattutto disposti a provare tante strade, a viaggiare, a spostarsi se necessario, anche per amore della propria terra e del suo futuro. Partire, studiare e acquisire nuove conoscenze, poi tornare e reimpiantarle nel proprio territorio.

Un appuntamento molto atteso, quello con Lorenzo Cherubini, che non ha deluso e ha dato tanti spunti su cui riflettere. L’artista ha portato la sua esperienza, ha parlato di sé, del suo passato, del suo presente, di desideri, successi e traguardi, ma è anche riuscito a stabilire un contatto con i presenti e, in particolar modo con gli studenti. Malgrado i tanti impegni, la stanchezza del viaggio e la confusione generata spesso da eventi di questo genere, è riuscito comunque ad ascoltare, ad interessarsi, a capire. Sensibile alle difficoltà di chi, intimorito, si avvia titubante verso il mondo del lavoro,