Oggi ricorre il 105esimo anno dalla nascita della Brigata Sassari: Grande Unità dell’Esercito Italiano che è entrata di diritto, per nobiltà di sangue e di cuore, nell’immaginario collettivo e nella coscienza di ciascuno di noi come un’avvolgente e imprescindibile entità spirituale, nella cui immagine fulgida scorriamo costantemente, nella nostra memoria, i volti, idealizzati o reali, di tutti quei ragazzi in divisa morti sul campo di battaglia durante la Prima Guerra Mondiale tra il 1915 e il 1918.

Un sacrificio, quello loro, che non potrà e non dovrà mai essere a sua volta immolato a vantaggio di una causa superiore comunque impossibile da concepire: verrebbero meno tutti i valori a sostegno della vita dell’uomo; quell’uomo venuto al mondo per vivere in modo libero e giusto e per la cui esistenza i nostri soldati hanno dato sempre il loro contributo, sino, appunto, anche all’estremo sacrificio.

Costituita nell’immediatezza della guerra, il 1° marzo 1915, la Brigata Sassari, durante i tre anni di conflitto, subì il maggior numero di perdite rispetto alla media nazionale (13,8% contro il 10,4%): 3817 tra morti e dispersi, 9104 tra mutilati e feriti.

La Brigata venne insignita di 6 Ordini Militari di Savoia, 13 medaglie d’oro al valor militare, 405 medaglie d’argento, 551 medaglie di bronzo e altre citazioni.

Fu ricostituita il 1° dicembre del 1988 e nell’animo dei sardi l’evento fu vissuto come la risposta, anche dal punto di vista materiale, a un debito morale verso i soldati della Grande Guerra. I quali, da quella data, continuano ad essere ricordati, oltre che dalla memoria storica, anche per effetto delle immagini dei “sassarini” di oggi, sempre più impegnati nelle attività istituzionali della loro Brigata, comprese quelle delle missioni internazionali di pace là dove la stessa Brigata viene chiamata ad operare.

Foto copertina tratta da: esercito.difesa.it