“Un altro colpo di scure si abbatte sugli uffici pubblici del nuorese con lo Stato che si ritira e ancora una volta beffa i piccoli centri e i territori minori. A seguito del provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri – ha denunciato il consigliere regionale dei Riformatori Luigi Crisponi - la Camera di Commercio di Nuoro fra sei mesi probabilmente non esisterà più”.

“Con un colpo di spugna - dice Crisponi - un tassello importante della economia nuorese viene cancellato dal decreto legge approvato nei giorni scorsi da Palazzo Chigi che prevede la definitiva riduzione degli attuali 105 enti camerali a non più di 60 e soprattutto prevede l’accorpamento fra quelli con meno di 75mila imprese come è appunto quello nuorese che ne governa 27 mila”.

“In tal modo Nuoro e la sua vecchia provincia perderanno uno dei suoi presidi più importanti nel campo della promozione e dello sviluppo economico del territorio. E’ uno stillicidio lento e insopportabile – prosegue il consigliere regionale dei Riformatori - che sta demolendo ufficio dopo ufficio la nervatura dei presidi governativi con un ulteriore isolamento del territorio. Dopo l'impressionante serie di chiusure di presidi strategici pubblici avvenuti negli ultimi anni ora è il turno della Camera di Commercio e dell’Aspen (l’Azienda speciale che fra le altre cose organizza Autunno in Barbagia), assicurando peraltro impercettibili risparmi alle imprese e allo Stato. In questo ambito di pseudo razionalizzazione saranno colpiti anche i 22 dipendenti camerali di Nuoro per i quali si prospettano processi di mobilità verso altre Camere o altre amministrazioni pubbliche.

“Si tratta di un vergognoso trattamento – conclude Crisponi - a discapito di un effetto recessivo locale già segnato dalla crisi e dallo spopolamento e totalmente in contrasto con i proclami del premier Renzi in occasione della sua ultima visita in Sardegna per la firma di un Patto quanto mai fumoso e bugiardo. In detta occasione Renzi aveva affermato che “l’Italia poteva crescere se il Sud riprendeva a correre”. Si era dimenticato di aggiungere, “verso il baratro”.