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La casa di Ghilarza di Antonio Gramsci è da oggi "edificio di interesse culturale" riconosciuto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle province di Cagliari e Oristano, che formalmente istituisce il museo con gli oggetti che vi sono custoditi.
Lo ha comunicato il soprintendente Fausto Martino al presidente della Fondazione Berlinguer, Francesco Berria, e alla famiglia Gramsci-Paulesu, che avevano avanzato la richiesta nei mesi scorsi.
La Fondazione Berlinguer è proprietaria dell'edificio lungo il corso di Ghilarza, dove la famiglia di Gramsci tornò da Ales, dove Antonio è nato, per rimanervi, costituendo - la casa e il paese - il luogo della memoria dell'intellettuale e uomo politico, continuo riferimento delle sue lettere dal carcere sino alla morte nel 1937.
Gli oggetti che sono nella casa che diventa da oggi ufficialmente museo, furono donati al Pci che acquistò anche la casa dai familiari di Gramsci alla fine degli anni Sessanta, dalla sorella Teresina allora vivente e oggi confermati dagli eredi rappresentati da Luca Paulesu per un ramo e dal giovane Antonio Gramsci per la parte moscovita.
Diddi Paulesu, figlia di Teresina, per anni presenza costante nella casa Gramsci aperta al pubblico, donerà al museo altri materiali, testi inediti, libri, oggetti. A fine mese la Commissione Cultura della Camera comincerà la discussione in sede legislativa sulla proposta di legge del Pd (prima firmataria Caterina Pes) per il riconoscimento della casa Gramsci come monumento storico nazionale.