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Colonie feline riconosciute e gestite da privati o da associazioni che dovranno assumersi gli oneri della gestione stessa, del trattamento sanitario degli animali, della cattura e della sterilizzazione in accordo con il Servizio veterinario, quindi garantire l'assistenza post-operatoria e la somministrazione dei medicinali agli esemplari sterilizzati. Sono alcune delle novità che l'assessore alle Politiche ambientali, Gianni Carbini, ha presentato nei giorni scorsi durante l'audizione nella sesta commissione Ambiente presieduta dalla consigliera Valeria Fadda.
LE COLONIE FELINE. «Ai fini del riconoscimento delle colonie feline – ha detto l'assessore – dovranno essere valutate una per una le istanze presentate, perché è importante verificarne l'idoneità e il grado di responsabilità assunti con la gestione».
?Il riconoscimento di colonia felina – indica la delibera di giunta del 3 marzo (n. 43) che ha approvato il loro riconoscimento – comporta per il promotore dell'istanza che lo stesso debba assumere ogni e qualsiasi responsabilità legata alla gestione della colonia e di non avere nessuna pretesa da far valere nei confronti dell'amministrazione comunale; di accettare la responsabilità di qualsiasi trattamento sanitario necessario; di dare la propria disponibilità e collaborazione alla cattura dei gatti ed alla consegna al Servizio veterinario per la sterilizzazione, previo accordo col servizio stesso; di garantire tutta l'assistenza post-operatoria necessaria ai soggetti sterilizzati, compresa la somministrazione dei medicinali necessari; di impegnarsi a garantire la pulizia e igiene sia dei gatti facenti parte della colonia, che l'habitat, che dovrà essere ripulito dai residui di cibo, lettiere e periodicamente igienizzato. Le ciotole o contenitori del cibo utilizzati dovranno essere tali da evitare di sporcare il suolo pubblico. Inoltre dovrà evitare qualsiasi contrapposizione con eventuali abitanti della zona o divergenze di opinione sul sito in cui vivono i gatti e la pulizia dello stesso, assumendosi l'impegno e la responsabilità di non interferire con l'habitat degli esseri umani che vi risiedono.
?RANDAGISMO. La seduta è stata l'occasione per fare il punto sulla questione del randagismo sul territorio comunale e, in particolare, per far conoscere ai consiglieri l'attività dei canili, comunale e convenzionati, che ospitano numerosi animali randagi.
Il Servizio canile e lotta al randagismo opera attraverso 4 canili: uno comunale, in località Funtana Sa figu, sulla nuova strada per Osilo con una capienza di 250/270 animali, quindi tre privati in convenzione, il primo della Lida in località Monti di jesgia con 250/270 posti,che assieme al canile comunale è sia canile sanitario che rifugio; un secondo della Nuova Agri-coltura a Campanedda, canile rifugio con 120 posti. A questi si aggiunge un canile convenzionato ma sul territorio comunale di Ittiri, cioè il canile rifugio Pippolandia con 85 posti.
L'assessore all'Ambiente ha sottolineato la funzionalità di quello comunale che, attraverso una convenzione si avvale della collaborazione del Dipartimento di Veterinaria dell'Università di Sassari per la gestione sanitaria, le cure specialistiche, la diagnostica e la didattica. Il Dipartimento opera attraverso un veterinario direttore sanitario e altri due veterinari. «Un canile – ha detto Gianni Carbini – che può essere preso a riferimento per altre strutture, con una sala operatoria attrezzata e ambulatori. La gestione dei cani, intesa come alimentazione, pulizia, attività ludiche è affidata all'associazione "Qua la zampa"».
A segnalare il numero delle presenze a fine dicembre è stata la funzionaria comunale responsabile per il randagismo e del canile comunale, Susanna Tedde, che ha fatto sap