Michele, 20 anni, cagliaritano, ha un diploma di perito capo tecnico con specializzazione in elettronica e automazione con votazione 100/100. Lavora in un'azienda elettromeccanica come addetto al reparto pompe sommerse, ma non mancano occasioni per trasferte in altre aziende e in altri cantieri.

C'è un problema: per le Ferrovie dello Stato, Michele non può essere assunto con mansioni di "operaio manutenzione specializzato" in quanto affetto da diabete di tipo 1. E questo malgrado abbia superato tutti i test fisici, psicologici e motivazionali.

La denuncia arriva dallo stesso Michele, appoggiato dalla Federazione diabete giovanile. Logica la delusione del ragazzo. Che, anche in un'altra occasione, con un altro potenziale datore di lavoro, era rimasto fuori.

"Dopo aver superato i colloqui psicoattitudinali e tecnici ed essere rimasto fra i tre finalisti in lista per l'assunzione - spiega - ero stato scartato alla visita medica in quanto il diabete, secondo il loro medico competente, non poteva essere associato ad un lavoro che prevedeva presenze in quota". Michele e l'associazione che lo sostiene chiedono un cambio di rotta. "Non è la prima volta - spiega Antonio Cabras, presidente della Federazione diabete giovanile - che ci troviamo a dover difendere i diritti di un giovane con diabete e anche in questo caso porteremo la nostra battaglia fino in fondo. Sarebbe il caso che anche in Italia le commissioni d'esame prendessero definitivamente atto delle attuali condizioni di vita dei tanti ragazzi che lavorano e convivono tranquillamente con questa patologia, esattamente come accade nel resto del mondo.

Ma ancora oggi l'ostacolo da superare è la diffidenza nei riguardi del lavoratore diabetico. Il datore di lavoro è prevenuto perché sostiene che il diabetico non possa assolvere alle proprie mansioni lavorative come gli altri dipendenti, e che possa frequentemente assentarsi per malattia. E' ormai condiviso invece che il diabete mellito, ben compensato - conclude Cabras - non debba rappresentare un ostacolo per l'inserimento nel mondo del lavoro e non implica una riduzione della capacità lavorativa".

Dall'ufficio stampa di FS precisano: "nessuna discriminazione ma semplice applicazione di regole, stringenti, ma a tutela della salute, di chi soffre di alcune patologie".