Una carcassa rinvenuta a Cala Gonone (Dorgali) aveva fatto sperare tutti in un clamoroso e graditissimo ritorno, ma gli esperti hanno smentito spegnendo gli entusiasmi. La foca monaca non è tornata in Sardegna, dove almeno 50 anni fa popolava il golfo di Orosei e la cosiddetta, non a caso, grotta del Bue marino. Quelli rinvenuti gli scorsi giorni a Cala Gonone sarebbero i resti di un quadrupede terreste come per esempio un felino.

Erano stati i pescatori ponzesi, arrivati sin qui per la cattura delle aragoste, ad avvistare per primi la foca monaca in Sardegna. La leggenda narra che uno di loro usasse nascondere il pesce appena preso all'interno di una grotta dove ormeggiava. Il giorno seguente però, quando tornava per riprenderlo, il pesce non c'era più. La foca monaca infatti banchettava con il pesce delle reti calate dalle barche o con quello nascosto nelle grotte. Questo portò il pescatore sorpreso dal "furto" ad esclamare in dialetto: "Acca cestà o mariuolo" ("Qui c'è un ladro"). Da qui il nome di Cala Mariolu.

L'avvento del turismo di massa e il conseguente approdo di centinaia di barche e migliaia di turisti lungo la costa, hanno portato all'estinzione della foca monaca in Sardegna.

Emanuele Coppola, responsabile della onlus che studia l'animale nel Mediterraneo, svela che i resti ritrovati non sono suoi. Il responso dopo aver analizzato le foto della carcassa scattate dalla donna che l'aveva trovata passeggiando sul litorale. Impossibile lavorare sui resti visto che, quando la mattina successiva alla segnalazione gli uomini del Corpo forestale sono intervenuti sul posto, erano già stati portati via dalle onde.

"Ho ricevuto le fotografie originali solo ieri sera e mi sono bastati pochi secondi per capire che non siamo di fronte ai resti di una foca monaca - spiega Coppola all'ANSA - Ci sono due dettagli sufficientemente chiari nel cranio scoperchiato dell'animale in seguito allo stato di decomposizione: negli esemplari di foca monaca le fosse nasali sono posizionate in alto vicine alle orbite degli occhi e il cranio presenta una sorta di cresta nella parte posteriore. Entrambe queste due caratteristiche nella foto non c'erano e da ciò che ho visto posso dire che si tratta quasi certamente del cranio di un quadrupede terreste, direi di un felino e più probabilmente di un gatto", assicura l'esperto.

"La confusione fatta a Cala Gonone - chiarisce Coppola - è dovuta alla forma cilindrica dell'animale ritrovato, che nello stato di decomposizione ha perso gli arti e ha dato a quei resti la forma di un mammifero marino. Speriamo di non trovare mai questi mammiferi morti - commenta l'esperto - tuttavia, anche nel caso si fosse trattato di un esemplare di foca monaca in decomposizione non avrebbe significato il ritorno del mammifero in Sardegna: più probabile invece l'arrivo dei resti a seguito di una mareggiata".

"La foca monaca esiste ancora nel Tirreno centrale come in alcune isole dell'arcipelago toscano - precisa l'esperto - quindi niente di strano che possa arrivarne qualcuna anche in Sardegna. Dobbiamo però prepararci al meglio a un possibile ritorno, e gli enti locali devono lavorarci: dopo un eventuale avvistamento l'intervento deve essere tempestivo e sicuro, sapendo in anticipo cosa fare e quali professionisti coinvolgere. Come onlus siamo disponibili a ragionare con la Regione Sardegna e offrire qualsiasi informazione in nostro possesso".