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<attachment></attachment>Un raptus, vede una scala telescopica e l'idea di assaporare la libertà si concretizza: l'afferra, la appoggia ai pali d'acciaio della recinzione e ci sale velocemente. Il muro d'acciaio è alto, ma lui affronta il vuoto e si cala per circa 7 metri: è libero. Ha con sé tre magliettine e in tasca un pacchetto di caramelle alla menta.
L'allarme 'anti scavalcamento' non si attiva e lui inizia a correre disperatamente. Sono le 16,45 circa di ieri quando scatta l'allarme del Carcere minorile di Quartucciu e il dispositivo di ricerca da parte dei carabinieri delle compagnie di Quartu, Cagliari e della Polizia Penitenziaria. Il detenuto non può essere lontano perché mezz'ora prima era stato controllato dagli agenti della Penitenziaria nella lavanderia, dove lavorava.
È così che è evaso Paolo Enrico Pinna, 19enne di Nule, condannato a 20anni di reclusione per il duplice omicidio di Gianluca Monni (18 anni) e Stefano Masala (29 anni), avvenuti il 7 e l'8 maggio del 2015 ad Orune e Nule. I dettagli della clamorosa fuga e della immediata cattura sono stati illustrati stamani dal capitano Raffaele Cossu, comandante della Compagnia di Quartu e dal Colonnello Luca Menniti, comandante Provinciale dei carabinieri di Cagliari.
Pinna sta improvvisando e lo sa, e inizia a compiere passi falsi. È un pesce fuor d'acqua in un ambiente urbano che non conosce, lui è abituato ai monti di Nule e della Barbagia. Nella pianura dell'hinterland di Cagliari non si trova, è spaesato, non sa dove andare, ma punta verso la campagna circostante il carcere.
Lì trova un anziano agricoltore a cui tenta di rubare il vecchio trattore, ma viene inseguito e desiste. In quella fase tenta di rubare anche il telefonino all'anziano, che viene smarrito. Questo particolare fa si che i carabinieri riescano a localizzare l'ultima cella che ha agganciato e puntano le ricerche verso Maracalagonis e Settimo San Pietro, centro dell'hinterland cagliaritano.
Pinna prosegue la fuga, arriva nel centro di Maracalagonis ed entra in chiesa. L'agricoltore nel frattempo apprende la notizia dell'evasione di Pinna e chiama il carcere e fornisce una descrizione del soggetto, che corrisponde perfettamente al ricercato. Giovane vestito con i pantaloni di una tuta ginnica scura, maglietta nera, barba incolta e capelli medio lunghi.
I carabinieri restringono il campo, a Maracalagonis chiedono ai passanti, che hanno notato quel forestiero spaesato che si è diretto verso la chiesa del paese. Pinna effettivamente è nella parrocchia, ha chiesto di parlare con il prete, che però sta per celebrare la messa e gli dice di aspettare. Lui si siede sui banchi ma nel frattempo arrivano due carabinieri in borghese che lo afferrano per le braccia e lo portano, discretamente, fuori dalla chiesa.
Sono le 18,30 e qui termina l'improvvisata fuga di Paolo Enrico Pinna. Dopo le formalità di rito, su ordine del pm è stato portato nel carcere di Cagliari-Uta con l'accusa di evasione e tentata rapina ai danni dell'agricoltore. "Avevo bisogno di un barbiere", ha detto ai carabinieri mentre lo accompagnavano in caserma.
L'immediata cattura dell'evaso ha permesso di non far scattare la denuncia per procurata evasione al personale del carcere. L'Amministrazione penitenziaria ha disposto un'indagine interna al Carcere minorile di Quartucciu.