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“Anche a Uta sono troppi i detenuti affetti da patologie psichiatriche”. La denuncia è stata fatta questa mattina dalla Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Irene Testa al termine della visita nella struttura in provincia di Cagliari.
“Il carcere di Uta è lo specchio della nostra società: quello che spesso non si riesce a gestire all’esterno si tende a nasconderlo. La popolazione presente nella struttura – ha detto Irene Testa - è prevalentemente composta da detenuti affetti da patologie psichiatriche e da tossicodipendenze o da doppia diagnosi che avrebbe necessità di essere curata non all’interno di una cella ma in una struttura dedicata”.
Per la Garante occorrerebbe, dunque, individuare, così come anche indicato dal sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, delle comunità o dei luoghi idonei alla cura e al recupero di questa tipologia di detenuti. Un’altra carenza riscontrata nel carcere di Uta è quella della mancanza di lavoro: “Sono pochi i detenuti impiegati in progetti lavorativi e questo non è in linea con quanto stabilito dall’articolo 27 della Costituzione che prevede che la rieducazione passi anche attraverso il lavoro”.
Durante la visita la Garante si è confrontata con il personale che lavora nella struttura: “E’ emerso che solo grazie all’impegno del Direttore e del personale si riesce a gestire un carcere dove sono detenute 540 persone”.