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La mitologia greca si popola di una miriade di personaggi, arrivati sino ai giorni nostri. Eroi e dei della cultura ellenica sono raccolti in cicli di racconti che spiegano l’origine del mondo, in un vortice di vicende che li vede protagonisti insieme ad altre creature mitologiche. Questi ebbero una grandissima influenza sulla cultura, le arti e la letteratura della civiltà occidentale, che ne assimilò determinati aspetti facendoli propri e la cui eredità resta ancora oggi ben viva, influenzando usi, costumi e tradizioni. Anche in Sardegna si hanno tracce e testimonianze dell’avvento del mito greco nell’isola, di cui una delle più antiche è legata alla figura di Aristeo. Figlio di Apollo e della principessa Cirene, secondo la leggenda nacque in Libia.
EROE VAGABONDO. Ermes assistette al parto e le sue ninfe si presero cura di lui insegnandogli l'arte della pastorizia, come produrre il formaggio, l'apicoltura e la coltura dell'ulivo, mentre il centauro Chirone lo educò alla guerra e alla caccia. Divenuto adulto sposò in Beozia Autonoe, figlia del leggendario Cadmo, re fondatore di Tebe, dalla cui unione nacque Atteone. Apprese dalle Muse le tecniche di caccia, la medicina e come custodire le greggi. La sua sete di avventura e conoscenza lo spinse a esplorare terre lontane e sconosciute: dopo essersi recato nell'Isola di Ceo, che trovò desolata dalla peste, a seguito della morte del figlio Atteone, dietro consiglio della madre Cirene si recò in Sardegna.
ARISTEO IN SARDEGNA: TESTIMONIANZE. L'arrivo di Aristeo in Sardegna è riferito dalle fonti all'interno di una sequenza (o ciclo eroico) dei personaggi mitici giunti nell'isola. Nel De mirabilibus mundi, Gaio Giulio Solino racconta che la città di Karalis fu edificata proprio da Aristeo, giunto dalla Beozia nel XV secolo a.C. Qui trovò una popolazione ostile, che soffriva la fame e le cui genti si facevano la guerra. Lo scrittore latino afferma che l’eroe rese fertile la terra e la liberò dagli infestanti animali selvaggi. Aristeo convinse quelle persone a popolare Karalis, il cui nome significava negli antichi linguaggi mediterranei “località rocciosa”. A lui si deve l’introduzione della caccia e dell’agricoltura nell’isola: insegnò le arti agli abitanti, di cui divenne re, e qui nacquero due suoi figli, dal nome di Charmos (Grazia) e Callicarpo (Belfrutto).
Secondo Sallustio e Pausania, Aristeo venne accompagnato in Sardegna da Dedalo, malgrado l'evidente anacronismo (secondo la genealogia comparata quest’ultimo è vissuto almeno due generazioni dopo Aristeo). La leggenda dell’eroe greco in Sardegna è confermata anche da Cicerone e Diodoro Siculo, che parlano del mitico Aristeo come benefattore responsabile di aver insegnato agli uomini a vivere in civiltà. Dopo aver lasciato la Sardegna si recò in un’altra isola del Mediterraneo: la Sicilia.
RITROVAMENTO DELLA STATUETTA. È ad una statuetta di Aristeo che in Sardegna è riconducibile la più antica testimonianza delle prime forme di apicoltura rustica. Oggi è custodita nel Museo Archeologico di Cagliari e risalirebbe presumibilmente al V-VII secolo a.C., raffigurante un giovane nudo con cinque api disposte sul corpo. La statuetta, racconta nel Bullettino Archeologico Sardo (maggio 1855) il canonico Giovanni Spano “fu trovata nel gennajo del 1843 nel villaggio di Oliana (Oliena, ndr.), nel salto chiamato Dule, nell’atto che si sarchiavan le fave in una vigna appellata De su Medde. Appena che seppimo d’essersi trovata questa statuetta, ne interessammo il sig. Can. C. Asproni, allora in Nuoro, il quale gentilmente corrispose, scrivendone subito al Vicario Parrocchiale di Oliana, Sacerdote sig. Salvatore Carrus il quale n’era il possessore. Questi con lettera del 27 luglio ci fece sapere il sito, e come venne trovata la statuetta in discorso, ed allo stesso tempo ce ne fece grazioso dono, per cui forma parte della nostra raccolta archeologica”.
La statua, di buone proporzioni (16 cm.), è monca sia negli arti superiori che in quelli inferiori. Non vi sono dubbi sul fatto che essa rappresenti Aristeo ed è l’unico oggetto a lui riferibile in Sardegna. In numerose aree del Mediterraneo è presente il culto di Aristeo, che nell’isola assunse il ruolo del protos euretes per eccellenza, ossia del "primo inventore". "Dio ottimo e delle cose migliori", così viene descritto nei racconti degli storici: figura civilizzatrice, dispensatrice di felicità, prosperità e concordia. Del suo culto nell'isola si hanno testimonianze sino ad età romano-imperiale.