A 103 anni si è spenta nella sua casa a La Maddalena Lia Origoni, tra le artiste più significative degli anni ’40-’60. La sua voce, delicata ed elegante, la portò a una gloriosa carriera.

Si esibì in palcoscenici di fama mondiale, dal Teatro Valle di Roma al Winter-Garten e alla Scala di Berlino, dal Sistina e dall’Opera di Roma alla Scala di Milano, dalla Sala Pleyel e al Moulin Rouge di Parigi al S. Carlo di Napoli, dai microfoni della Rai alle tavole del teatro di prosa impegnato. Prima artista a cui la TV sperimentale di Stato nel 1939 concesse un contratto, prima artista italiana ad interpretare l’Opera da tre soldi di Brecht. Lavorò con Totò, Anna Magnani, Strehler, Cary Grant, per citarne alcuni.

Lia Origoni nacque a La Maddalena il 20 ottobre 1919 da Pietro e Rosa Francesconi, “il ramo materno è di origine viareggina, la famiglia Origoni è invece tra le più antiche insediatesi alla Maddalena, è presente infatti sull’isola fin dal 1776 ed è di origine ligure – spagnola”, scrive Claudia Origoni.

“L’amore per la musica – continua - è sempre stato presente in casa, soprattutto alimentato dalla nonna e il suo temperamento artistico e la capacità di ‘sentire il palcoscenico’ saranno ben chiari già all’età di 4 anni quando, davanti alla mitica Madre Superiore Gotteland fondatrice dell’Istituto S. Vincenzo e dall’Ammiraglio comandante della piazza, continuerà a cantare una canzoncina ‘ai polli porto il grano’, nonostante che i mutandoni del costume di scena si fossero sganciati durante l’interpretazione”.

“A otto anni il primo spettacolo da protagonista nell’operetta 'Ricevimento di piccoli personaggi' di Costa dove, ironia della sorte, impersonerà una famosa soubrette di ritorno da grandi successi. Ma il vero debutto, la sua prima audizione, avviene nell’estate del 1934: il grande tenore Bernardo de Muro era ospite, a Caprera, della figlia de1l’eroe dei due mondi Clelia; Lia, appena quindicenne, accompagnata dallo zio Giacomino, viene invitata a cantare davanti alla tomba di Garibaldi alcune arie tratte dai films di Marta Eggerth. Sia Clelia che De Muro saranno unanimi: questa ragazza deve studiare canto e dedicarsi alla musica. Proprio questo giudizio unanime e autorevole fatto da due dei simboli più prestigiosi della sua terra, la convincerà a lasciare gli studi già intrapresi di violino, e a continuare gli studi di canto”, continua nel racconto “Io son l’umile ancella” Claudia Origoni, sul sito liaorigoni.it

L’addio alle scene liriche avvenne nel 1964 con i “Concerti classici”: l’Università di Grenoble, Alessandria, e Cogne furono le ultime tappe. Conclusa l’esperienza artistica, scelse di vivere per alcuni anni a Roma in una delle vie più belle del centro: Via del Babuino, alle spalle di via Margutta, a pochi passi da Trinità di Monti e da Piazza del Popolo, vero tempio della cultura artistica romana negli anni ’60. Alla metà degli anni ‘80 decise di tornare in Sardegna, a La Maddalena con la sua famiglia.