PHOTO
Quando si aprono le porte del reparto di Neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino di Oristano, la vita ha i suoi tempi, con altri ritmi, con un valore che appare ancora più limpido ed essenziale.
Oltre quel varco i pensieri fanno sosta, poggiano sul grande senso di un’esistenza che appare con le fragilità di un percorso a ostacoli e la determinazione di voler arrivare alla meta da vincitori.
Sul campo c’è chi combatte per farcela, e chi sostiene la fatica del dolore: da una parte chi soffre, spera e lotta e dall’altra una squadra fantastica di medici, infermieri e personale che dal sorriso accogliente alla competenza, accompagna e sorregge i momenti di sconforto, opera al fianco di chi dopo la caduta tenta la risalita.
Andrea Montis è un giovane medico a capo di un reparto che si distingue anche per gentilezza, umanità e disponibilità oltre che per riconosciuta professionalità.
Quelle stanze ospitano storie diverse caratterizzate dalla stessa intensità, che scavano dentro, che ridisegnano la scala dei valori.
C’è chi è costretto all’immobilita, prigioniero in un corpo, ma libero nei pensieri e nella consapevolezza di una condizione.
C’è chi comunica solo con gli occhi che “parlano” e che in ogni caso trasmettono molto più delle parole.
A pochi giorni dal Natale la musica ha attraversato gli spazi di questo luogo bianco e immenso: c’era il personale medico che ha voluto portare leggerezza dove pesa il dolore, c’erano i pazienti inondati di note, c’erano quelli che ce l’hanno fatta a testimoniare il “possibile” con gratitudine e a dare un volto alla speranza.
Su uno schermo passano le immagini di un video che è stato realizzato dai medici e dagli infermieri e che vede come protagonisti proprio i pazienti del reparto di Neuroriabilitazione.
Il lavoro del personale è encomiabile. I loro sorrisi, la loro disponibilità e l’amore che ripongono nel loro lavoro è qualcosa che va oltre una professionalità maturata con studio e fatica nel corso degli anni.
Durante la festa non manca la musica. Ma sono le melodie di una Sardegna che parla con il cuore a rompere gli schemi, le barriere e a far scendere le lacrime.
Finisce la festa. Quella porta si richiude. Chi rimane continua la sua lotta per la vita, chi va via porta nel cuore le tante storie sorrette da un anelito d’amore.