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Da una parte il presidente della Regione Sardegna, dall’altra sindaci e vescovi sardi.
Una divisione venutasi a creare ieri con la comunicazione della nuova ordinanza emessa da Christian Solinas, che ha dato via libera allo svolgimento della Santa Messa ordinaria e deleghe ai primi cittadini. Saranno, infatti, quest’ultimi, ad esempio, a decidere se riaprire o meno parrucchieri e centri estetici dall’11 maggio.
“Non siamo stati consultati”, sottolineano il presidente della Ces, monsignor Antonello Mura e il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.
"I Vescovi sardi - scrive Mura - pur apprezzando l'attenzione che il Presidente Solinas ha rimarcato nella conferenza stampa verso l'apertura delle chiese alle 'celebrazioni eucaristiche' si riservano di leggere e valutare il testo dell'ordinanza regionale che verrà firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo competono unicamente all’Autorità ecclesiastica".
Anche Anci Sardegna ringrazia il Presidente della Regione Solinas per la fiducia nonostante il mancato confronto preliminare sul testo: “consideriamo la questione una grave sgrammaticatura istituzionale poichè si agisce su competenze dirette dei comuni - che ripone nei sindaci sardi: la vera infrastruttura democratica di questa Regione”.
“Noi tutti – aggiunge Deiana - a partire dall’11 maggio, siamo pronti a far ripartire, in sicurezza, parrucchieri, barbieri, tatuatori ed estetisti e certamente (se consultati) avremmo proposto anche un piano sostenibile, nei modi e nei tempi, per la riapertura dei bar, dei ristoranti o delle attività del settore turistico con codici di comportamento e di sicurezza davvero innovativi. Tuttavia da un’attenta lettura delle norme il potere ordinatorio sull’epidemia da Covid19 non è in capo ai sindaci almeno secondo quanto prevista dall’articolo 3 comma 2 del Decreto Legge 19 del 25 marzo 2020 che qui riportiamo: “I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l'emergenza in contrasto con le misure statali, ne' eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1. Tale previsione normativa rischia di scontrarsi, tuttavia, con l’articolo 5 comma 2 dello stesso DL 19 che escluderebbe le Regioni a Statuto Speciale dall’applicazione di parte del Decreto Legge".
"Anci Sardegna chiede se il potere di ordinanza limitato dalla norma si applichi anche ai comuni sardi, secondo l’orientamento interpretativo prevalente, in quanto di diretta derivazione dal D.lgs 267/2000 ex art. 50. Si chiede pertanto un chiarimento netto sul punto da parte della Regione Sardegna e del Ministero degli Interni per il tramite dei Prefetti.
Da qui all’11 maggio c’è ancora tempo e la Regione Sardegna deve sciogliere, in maniera incontrovertibile, il nodo interpretativo".
Infine, “Anci Sardegna è sempre disponibile alla leale collaborazione, ma anche rispettosamente ossequiosa delle norme e pertanto chiede al Presidente Solinas di sciogliere il nodo interpretativo fra la coesistenza fra l’articolo 3 comma 2 e l’articolo 5 comma 2 del Decreto Legge 19/2020 ovvero di valutare la modifica degli articoli 13, 21 e 22 dell’Ordianza n. 20 del 2 maggio 2020 assumendo su di sé l’onere della riapertura delle attività economiche anche per non generare decisioni a macchia di leopardo che ingegnerebbero problematiche non facilmente gestibili fa comune e comune”.