Solidarietà, altruismo, amore nei confronti del prossimo, passione e impegno in tutto ciò che fa: Fabrizia Sotgiu, 25 anni il prossimo giugno, è una delle giovani donatrici presso l’Avis di Bonorva.

Originaria di Thiesi, Fabrizia non è certo nuova nel mondo della donazione del sangue, infatti dona da quando ha compiuto 18 anni ed è sicura che, finché potrà, continuerà a svolgere questo atto di grande generosità, oltre a cercare di informare e sensibilizzare giovani come lei, ma non solo, su un’azione che può davvero salvare tante vite.

Un aspetto di non poco conto da considerare è la paura dell’ago che non ha impedito alla 25enne dal cuore d’oro di proseguire un’attività di cui il proprio papà è stato fondatore: “Se penso a chi non sta bene perché ha bisogno di sangue, la mia fobia diventa secondaria”, dice.

Lo scorso venerdì, durante l’evento “Paesaggi Sonori” a Sassari, presentato da Giuliano Marongiu e che ha visto esibirsi due artisti d'eccezione, Roberto Tangianu alle launeddas e Peppino Bande all'organetto, Fabrizia è stata una delle giovani donatrici laureate nell’anno solare 2022 ad aver ricevuto l’assegno di merito dall’Avis Regionale.

Sardegna Live ha avuto il piacere di intervistarla.

Ciao Fabrizia e benvenuta su Sardegna Live, da quanto tempo sei donatrice?
Ciao a tutti, io dono da quando ho 18 anni presso la sezione Avis di Bonorva, di cui mio papà è stato uno dei fondatori. Come è noto, a Bonorva si trovavano diverse persone talassemiche, la carenza di sangue e il bisogno di tanti donatori erano fortissimi. Si tratta quindi di un gesto di solidarietà che, grazie alla mia storia familiare, conosco da quando ero bambina e non vedevo l’ora di diventare maggiorenne per poterlo svolgere anche io”.

Cosa ti invoglia a donare?
Sicuramente il mio essere altruista, pensare che ci sono tante persone che ne hanno bisogno e che un giorno potrei averne necessità io stessa. Mi rende felice sapere che in questo modo si costituirà una catena di solidarietà utile a tutti”.

Ci hai rivelato la tua fobia dell’ago che hai però superato grazie al senso di solidarietà che ti contraddistingue.
Esatto, ogni volta che mi sottopongo al prelievo, mi volto per non guardare (ride), la paura dell’ago c’è sempre ma mi basta pensare a chi sta veramente male e ha necessità di una trasfusione, che immediatamente la voglia di rendersi utili supera qualunque fobia. E se dono io che ce l’ho, possono farlo tutti”.

Essendo una donatrice laureata nel 2022, lo scorso venerdì hai ricevuto la borsa di studio dall’Avis regionale, come descriveresti quel momento?
Un’emozione fortissima e una gran soddisfazione soprattutto perché erano presenti tante persone che fanno parte di un mondo di solidarietà a me molto vicino e in cui mi sento a casa”.

Si dice spesso che i giovani siano i più restii a donare. Cosa ne pensi? Tu hai amici donatori?
Sì, ne ho diversi e tutti abbastanza regolari, proprio per questo quando si è assieme capita di parlare dell’importanza della donazione del sangue e in questo modo sensibilizziamo anche i non donatori. Credo ci siano tanti giovani che donano o vorrebbero iniziare, l’informazione e la sensibilizzazione sono fondamentali da parte di chi è già in questo mondo, quindi la spinta che possiamo dare non è mai troppa. Come per me ha contato molto il fatto che in famiglia ci siano donatori e che mio padre fosse addirittura uno dei fondatori della sezione Avis di Bonorva, per molte persone basta anche un amico o un conoscente che gliene parli.

Tu continuerai a donare?
Assolutamente sì. Ogni 6 mesi sono puntualissima per compiere il mio gesto solidale e continuerò a farlo finché potrò”.