" Siamo stanchi di discutere da decenni degli stessi problemi che restano irrisolti nell'indifferenza di una politica che in tutti questi anni al di là dello schieramento di appartenenza è stata incapace di trovare soluzioni ai tanti dossier aperti. Insieme agli imprenditori del Consiglio generale oggi abbiamo voluto esprimere tutta la nostra sofferenza, la nostra delusione, stanchezza e amarezza per una situazione di completo stallo e immobilismo che diventa giorno dopo giorno sempre più insostenibile": lo dichiara Giovanni Bitti, Presidente dell'Associazione degli Industriali del Nuorese e dell'Ogliastra in relazione alle difficoltà economiche che le province hanno dovuto affrontare a partire dal 2020, anno della pandemia da Covid 19.

" La Sardegna centrale è un territorio che perde ricchezza e riduce i consumi. Tra il 2020 e il 2021 Nuoro è stata una delle province che ha sofferto di più gli effetti dell'emergenza sanitaria registrando un crollo del PIL del 7,6 per cento nel primo anno di pandemia.Nonostante la mini ripresa, la provincia di Nuoro continua a perdere posizioni e nel 2021 si attesta tra le 25 province più povere d'Italia con un PIL pari a 3,5 miliardi di euro e un reddito pro-capite nella disponibilità delle famiglie pari a una media di 13.700 euro, la più bassa in Sardegna - prosegue Bitti.-A segnalare che il territorio si impoverisce anche il dato del valore aggiunto del settore manifatturiero, calato negli ultimi quindici anni più del 40 per cento: nel 2021 si è attestato attorno ai 340 milioni di euro prodotti a fronte degli 800 milioni di euro di valore aggiunto registrati nel 2005. Un calo che non può essere sottovalutato e che ci fa capire dove stiamo andando, verso una preoccupante desertificazione produttiva ai danni della tenuta economica e sociale di tutto il territorio. Il quadro è in costante peggioramento, con imprese che continuano ad andare avanti in completa solitudine, penalizzate da condizioni di svantaggio che si allargano ".

"Non vogliamo arrenderci a questo stato di cose, di immobilismo, abbandono, sfiducia e rassegnazione. Anzi, vogliamo far capire che ci siamo, e che le nostre aziende e il nostro territorio meritano attenzioni e politiche adeguate di sviluppo per il territorio e il sistema produttivo. Perché non siamo più disposti a vivere e a lavorare in un territorio dove non sono garantiti i livelli essenziali per fare impresa. Vogliamo andare oltre la contrapposizione tra nord e sud dell’Isola per riaffermare il diritto a un riequilibrio territoriale che guardi agli interessi di tutta la Sardegna compresi i territori periferici e marginali che sebbene politicamente più deboli hanno gli stessi diritti di cittadinanza e meritano pari attenzioni da parte della politica regionale e nazionale - e conclude - alla luce di ciò, abbiamo predisposto un documento con una sintesi dei principali dossier aperti e irrisolti da decenni nella Sardegna centrale e che porteremo all’attenzione del Prefetto di Nuoro perché raccolga le istanze che arrivano dalle imprese e le porti all’attenzione del Governo. Le imprese restano un presidio economico e sociale fondamentale da salvaguardare in un territorio che arretra e si impoverisce".