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I poliziotti della Squadra Mobile di Sassari e del Commissariato di Olbia hanno catturato un pericoloso latitante, Mario Costin 36enne albanese, evaso dal carcere di Sassari-Bancali il 10 giugno scorso, dov'era recluso per una condanna a 18 anni per cumulo pene per tentato omicidio, detenzione di armi, traffico di droga, rissa e altri reati.
L'uomo, che usava anche l'alias Marhila Eder, spacciandosi per rumeno, è stato recentemente condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per l'omicidio di un'anziana a Rimini. All'albanese restavano da scontare sette anni e tre mesi, quindi il Magistrato di Sorveglianza gli aveva accordato il permesso di un giorno da trascorrere in una comunità di recupero dell'hinterland sassarese. Scaduto il termine per il rientro a Bancali però Costin si è reso irreperibile.
I poliziotti della Squadra Mobile di Sassari, coordinati dalla dirigente Bibiana Pala, hanno subito attivato il monitoraggio dei porti e degli aeroporti del nord Sardegna, oltre che delle stazioni ferroviarie e degli autobus: appariva infatti elevata la probabilità che l'uomo tentasse di lasciare l'isola perché privo di qualsiasi legame sul territorio sardo.
I poliziotti della Squadra Mobile di Sassari e del Commissariato di Olbia hanno catturato un pericoloso latitante, Mario Costin 36enne albanese, evaso dal carcere di Sassari-Bancali il 10 giugno scorso, dov'era recluso per una condanna a 18 anni per cumulo pene per tentato omicidio, detenzione di armi, traffico di droga, rissa e altri reati. L'uomo, che usava anche l'alias Marhila Eder, spacciandosi per rumeno, è stato recentemente condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per l'omicidio di un'anziana a Rimini.
All'albanese restavano da scontare sette anni e tre mesi, quindi il Magistrato di Sorveglianza gli aveva accordato il permesso di un giorno da trascorrere in una comunità di recupero dell'hinterland sassarese. Scaduto il termine per il rientro a Bancali però Costin si è reso irreperibile.
I poliziotti della Squadra Mobile di Sassari, coordinati dalla dirigente Bibiana Pala, hanno subito attivato il monitoraggio dei porti e degli aeroporti del nord Sardegna, oltre che delle stazioni ferroviarie e degli autobus: appariva infatti elevata la probabilità che l'uomo tentasse di lasciare l'isola perché privo di qualsiasi legame sul territorio sardo.