La presidente del Gruppo folk di San Nicolò d’Arcidano, Gigliola Zedda (50 anni), è stata aggredita da un cittadino etiope a Roma, in piazza Venezia, dove si trovava per rappresentare la Sardegna alla festa della musica.

L’uomo l’ha sorpresa e le ha sferrato un pugno sul viso che l’ha fatta cadere a terra. L’aggressore è stato arrestato e Gigliola è finita in ospedale per tutti gli accertamenti.

Tutto è successo in una manciata di secondi, che vissuti sembrano un’eternità. In quel momento, con lei c’erano altri due sardi, tra cui Giampiero Cannas, Presidente del Collegio dei Sindaci Revisori della Federazione Italiana Tradizioni Popolari e del Coro di Aggius. È proprio lui che è intervenuto e ha evitato che l’aggressione finisse in tragedia. La presidente del gruppo folk, molto conosciuta e stimata in Sardegna, dopo il primo pugno è caduta a terra e l’etiope, non contento, ha infierito sui di lei colpendola con dei calci. Il tempo della reazione, considerato che quando stai passeggiando non ti aspetti che possa arrivare uno a darti un pugno nel naso, e l’uomo è stato agguantato e immobilizzato da Cannas, con tutte le sue forze. Subito dopo sono intervenuti due agenti della polizia municipale.

Tantissimi i messaggi di solidarietà a lei rivolti sui social. A partire dalle parole di vicinanza e stima espresse dal conduttore televisivo Giuliano Marongiu: “Un uomo violento e volgare ha preso a calci e pugni la nostra Gigliola, l’ha spinta fino a farla cadere per terra, ha continuato a infierire su di lei e sul suo volto per un tempo lunghissimo, pieno di paura e dolore. Un atto di ferocia e senza senso, costato tanto alla donna di San Nicolò d’Arcidano che ha subito la brutale aggressione mentre attraversava una delle Piazze più famose di Roma, in pieno giorno e in compagnia di altri sardi che come lei erano lì per un evento che valorizzava la nostra terra e la nostra cultura”.

“Gigliola Zedda – continua Marongiu - è molto conosciuta e apprezzata da chiunque, non solo nell’ambiente del folklore: per quel sorriso sempre acceso e per la sua grande disponibilità. Rivolgo a lei il più affettuoso degli abbracci, con l’amore sincero che mi lega e con la speranza di vederla al più presto in mezzo alla gente, volteggiare tra le danze. Con la bellezza di sempre e l’energia che di solito sprigiona”.