Alcune ricorrenze, più di altre, hanno il sapore agrodolce della malinconia. Oggi, 22 novembre, Tonino Puddu avrebbe compiuto 70 anni se il male inesorabile che lo aveva colpito non lo avesse strappato alla vita e alla musica, la sua musica, così presto. Era il 2008, aveva appena 57 anni, e da allora amici e colleghi ne custodiscono un ricordo ricco di aneddoti e ricamato dal bene e dal bello che l'artista ha saputo donare e condividere.

UNA VITA IN MUSICA. Nato a Nuoro nel 1951, Tonino Puddu studiò la musica prima da autodidatta, per poi frequentare i corsi tenuti dai docenti dei conservatori di Cagliari e Sassari presso la Scuola Civica del capoluogo barbaricino. Dopo l'esperienza nella corale polifonica “Nicolao Praglia”, di cui era vicedirettore, diresse per 15 anni il "Coro Ortobene". Nel 1990 diede vita alla sua creatura: l'Accademia di Tradizioni Popolari "Su Nugoresu". Era il 1993 quando ottenne il riconoscimento di Maestro del Folklore. A Desulo, dal 1997 al 2006, diresse il Coro "Montanaru".

Una vita trascorsa ad imparare ed insegnare, studiando testi e spartiti, dettando il ritmo ai suoi ragazzi stretti intorno a lui, animando momenti di festa e di preghiera, accendendo la magia sui palchi e le piazze più importanti dell'Isola.

A settant'anni dalla sua nascita, Sardegna Live ha raccolto il pensiero commosso di amici e colleghi, che custodiscono la memoria di Tonino Puddu come un'eredità preziosa.

ALESSANDRO CATTE. "La mia vita è legata a doppio filo a quella di Tonino Puddu", ricorda Alessandro Catte, direttore del Coro Ortobene dal 1990 al 2020 e attualmente direttore della corale I Cantori di Via Majore. "Basti pensare che il primo costume sardo che ho indossato era il suo. Allora ero corista del Complesso Vocale di Nuoro e, vista la profonda amicizia che lo legava alla mia famiglia, mi prestò il suo abito. Con lui presi le prime lezioni di chitarra a 9 anni. Mi legavano a lui grandi legami familiari, oltre all'esperienza col Coro Ortobene. Ricordo una persona splendida, a modo. Ha scritto pagine di primaria importanza nella storia della coralità nuorese dandole un input pazzesco. Oggi tutti i cori eseguono suoi brani. E' stato un compositore eccezionale, la cui scrittura può essere cantata da tutti".

"Un compositore che ha creato un mondo musicale molto popolare - prosegue Catte -, molto vicino alla gente. Io ebbi il privilegio di conoscere il primo Tonino Puddu, aveva ancora 30 anni e spesso lo ascoltavo suonare la chitarra mentre cantava i suoi brani. Spogliavamo insieme le canzoni, le svestivamo nota per nota e mi spiegava perché aveva scritto una determinata frase, o aveva cambiato una prima versione. Ricordo le feste di famiglia nel nostro terreno a Marreri. Tutti conoscono il passaggio "Pica sa tassa e ghetta su nigheddu, binu sintzeru cuddu de Pascale". Bene, quel Pascale è Pasquale Catte: mio padre. La scomparsa di Tonino Puddu ha spezzato un po’ di equilibri, ha lasciato un grande vuoto e il ricordo di un gran signore, una persona dall'indiscutibile caratura morale e deontologia professionale, maturo, rispettoso. Merce rara".

ANDREA SODDU. Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, non ha dubbi: "Tonino Puddu ha rappresentato per Nuoro e per la Sardegna culturale e del folklore un importantissimo punto di riferimento. Era una persona esuberante, amico di molti di noi. Ha dato un contributo fondamentale per la diffusione delle sonorità musicali della nostra Isola non solo fra noi, rendendole popolari, ma anche fuori dalla Sardegna".

"Io stesso sono stato un corista e ho viaggiato varie volte in Italia in diverse manifestazioni folkloristiche - spiega il primo cittadino - e le sue armonizzazioni e melodie erano riconosciute e sono conosciute e cantate. Questo penso che per lui sia un grandissimo attestato di stima e benevolenza da parte degli appassionati di musica. E' con grande rimpianto che nel giorno del suo 70esimo compleanno lo ricordiamo, ma è sempre nei nostri cuori. E' per questo che il Comune di Nuoro, qualche anno fa, gli ha intitolato uno slargo vicino alla sua casa natale in piazzetta delle Grazie".

LUIGI CRISPONI. Luigi Crisponi, assessore alla Cultura e alle Tradizioni del Comune di Nuoro, parla di un "ricordo personale di Tonino, col quale ho maturato negli anni una profonda conoscenza. Un personaggio straordinario che ho conosciuto in sfaccettature pubbliche ma anche private e amicali. Un'omine de gabbale, un gentiluomo di altri tempi. Un uomo che ha fissato gli elementi dell’identità legati a una parte particolare dell’identità nuorese, barbaricina e sarda che è quella del canto. Lì e stato un gigante, protagonista, insieme a figure del calibro di Giampaolo Mele e Banneddu Ruiu. Una pattuglia di straordinari uomini che hanno saputo regalare e regaleranno emozioni vibranti e forti".

"L’ensemble, lo stare insieme è stato la forza di questi giganti. Oggi l'amministrazione comunale, grazie a loro, può attingere da una cassaforte valorizzando il tesoro straordinario che rappresentano i loro studi, le armonizzazioni, il lascito, il patrimonio che hanno generato. Uomini come Tonino Puddu hanno generato una storia meravigliosa e singolare e grazie a loro, ancora, in una cittadina come la nostra esistono ben 12 cori della parte identitaria nuorese. Questo è un messaggio che va saputo cogliere e trasformare in una valorizzazione sempre più autentica e forte".

GIGI SANNA. "Tonino per noi, oltre che grande artista e collaboratore, è stato un amico sincero e sempre leale - commenta Gigi Sanna, leader degli Istentales -. Abbiamo avuto un proficuo rapporto di collaborazione musicale. Il suo è stato il primo coro che ha collaborato con noi e Pierangelo Bertoli per l'interpretazione di No potho reposare. Poi abbiamo cantato insieme Pro unu frore, dedicata alla figlia di Matteo Boe assassinata. Tante anche le collaborazioni in occasione di varie edizioni di Voci di maggio".

"E' una figura che manca, sicuramente insostituibile - prosegue il cantante -. Quello che ha dato Tonino alla coralità nuorese e non solo è ineguagliabile. Le sue canzoni non saranno mai più interpretare con quell’animo, quello spirito e quel calore. Sapeva tenere unito il suo gruppo e stimolare la forza del gruppo. Nel suo coro erano tutti amici, una cosa rarissima. Si frequentavano, vivevano insieme le ricorrenze principali, i momenti di festa, le cerimonie. Venticinque, trenta persone che diventavano un vero e proprio gruppo di amici compatto e coeso".

GIULIANO MARONGIU. "L’ho incontrato tante volte, in piazza, in televisione, nei pranzi e nelle cene che non finivano mai e soprattutto tra la gente, dove amava più stare", ricorda il presentatore Giuliano Marongiu. "Era un uomo elegante e di compagnia, argomentava con un linguaggio forbito che affascinava, si offriva gentile in ogni suo gesto e nel servire il suo pensiero. Quando allargava le braccia per dirigere i suoi Cori, di Nuoro e Desulo, il silenzio si riempiva di voci che lui sapeva mettere insieme, in armonia, con quella spinta che batteva forte sul muro delle emozioni, sui cuori che si aprivano all’ascolto". 

MARIA LUISA CONGIU. La cantante Maria Luisa Congiu non può dimenticare "un amico caro, che purtroppo ho conosciuto troppo tardi, una volta rientrata in Sardegna da Roma. La nostra era un'amicizia sincera che andava consolidandosi quando ha iniziato a stare male. Ho assistito a quella che è la più grande ingiustizia per chiunque viva di musica e ami cantare: l'impossibilità di farlo. La cosa straordinaria, però, è stata che nel momento in cui non ha potuto più cantare ha tenuto la guida del coro, che era un gioiello, cercando di trasmettere emozioni e sapere attraverso le voci dei suoi coristi".

"Ricordo che avevo in mente di pubblicare un libro col quale volevo raccontare la mia storia e la storia delle mie canzoni, ma avevo paura di non esserne all'altezza. Lui mi incoraggiò dandomi fiducia e mi promise che mi avrebbe aiutata con grandissima disponibilità e generosità. Scrisse la prefazione e la mia biografia, aiutandomi a raccogliere commenti sulla mia esperienza musicale da parte di colleghi ed esperti. Quando Tonino è venuto a mancare - ricorda ancora la Congiu -. Ho chiuso tutto in un cassetto e per una questione emotiva non sono ancora riuscita a portare a termine il lavoro".

"Lo ricordo spesso, ci sono giorni in cui sento particolarmente la sua mancanza. Oggi ripropongo alcune delle sue canzoni nel mio repertorio. Sono particolarmente affezionata a Toccheddos de coro. La musicò quando già non poteva più cantare e fu il suo coro ad interpretarla in un momento molto emozionante e lui morì poco dopo. Decisi di inciderla in uno dei miei dischi perché sebbene sia un capolavoro è stata un po’ sfortunata. Rispetto ad altri brani che hanno avuto la sua spinta è rimasta orfana quasi subito nonostante sia uno dei lavori più belli sia per il testo meraviglioso di Franceschino Satta che per la musica di Tonino. Per me è un brano che per bellezza e intensità può arrivare al pari di No potho reposare".

STEFANO CARTA. Il desulese Stefano Carta fu presidente del Coro Montanaru diretto da Tonino Puddu. "L’esperienza di Tonino Puddu a Desulo nasce nel 1997 - ricorda - quando fu chiamato dal sindaco Mammoliti per un laboratorio musicale per la formazione di un coro della durata di sei mesi. Tonino selezionò le voci lavorando a due o tre canzoni che vennero presentate nel luglio di quell'anno, in occasione della festa di San Sebastiano ad Asuai. Terminata l’esperienza del laboratorio, rimase un gruppo di ragazzi che avevano intenzione di coltivare la passione per il canto. Così raggiunsero il maestro a Nuoro invitandolo a tornare a Desulo per portare avanti il percorso iniziato. Così si formò l’Associazione Montanaru, che iniziò l’attività a settembre portandola avanti praticamente sino alla morte di Tonino".

"Fu un'esperienza particolare perché a Desulo si cantava a tenore o a muttos, non era mai stata contemplata la possibilità di un canto a coro a quattro voci miste su modello nuorese. Ma l'idea attecchì soprattutto perché Tonino seppe entrare a far parte del tessuto di Desulo, si sentiva desulese. Non veniva solo per seguire il coro, ma per piacere personale. Era molto legato alla comunità, tutti lo conoscevano e si intratteneva con tutti. Non è mai mancato a nessuna manifestazione culturale con una presenza puntuale e partecipazione. Un valore che gli riconosciamo tutti, tanto che il Comune gli ha dedicato una piazza nel 2015. Su tutto voglio ricordare la sua capacità di tenere attivamente unito il gruppo, la signorilità, l'eleganza".

KETTY SIONIS. "Mio marito Bastiano faceva parte del Coro Montanar, così abbiamo conosciuto Tonino - ricorda Ketty Sionis, amica del maestro Puddu -. Lo conoscemmo a Desulo quando venne per il laboratorio promosso dal Comune. Doveva essere un corso di canto, ma divenne un corso di amicizia e di vita. Il segno di Tonino rimane nel cuore finché ognuno di noi vive. Tutto quello che ha lasciato rimarrà indelebile, ci chiamava i fratelli desulesi. Mi regalò il suo libro Cantare la Sardegna con questa dedica: "Ca iuches cosas bellas in su coro", penso sia indicativo del valore della nostra amicizia. Ha conosciuto i miei figli Paride e Simonetta ancora bambini e non è mai mancato alle feste di famiglia. Era uno di famiglia. Non mancava mai di venire a salutarci quando con la nostra bancarella lavoravamo a Nuoro. Ricordo tanto e tutto bello. Parole, scritti, foto, buoni consigli. Un fratello in tutti i tempi e in tutti i modi".