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Nonostante l’emergenza ci sono buone notizie per quanto riguarda il pecorino romano dop che ha visto aumentare la produzione, la vendita nei discount e l’esportazione verso gli Stati Uniti.
Chi rimane penalizzato, invece, i pecorini (ma anche i vaccini) freschi e molli che hanno come canale principale di vendita l’Ho.re.ca, il cui calo di vendite sta penalizzando i piccoli produttori e quelle cooperative e industrie di trasformazione del latte che li producono.
A detta di Coldiretti Sardegna questo è il momento in cui tutta la filiera, responsabilmente, con il coinvolgimento della Regione, deve saper programmare i prossimi mesi di produzione dei pecorini.
“Riteniamo importante la convocazione a stretto giro da parte del presidente Solinas di un tavolo tematico – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. È necessario, in questo momento anomalo ma decisivo per l’annata, fermarsi e fare il punto. Dobbiamo innanzitutto tutelare e salvaguardare i formaggi a bassa stagionatura, che si stano ritagliando uno spazio nel mercato e adesso rischiano di uscirne indeboliti danneggiando soprattutto quei caseifici che più di tutti hanno investito nella diversificazione delle produzioni. Dall’altra abbiamo anche il dovere di contenere le produzioni e di conseguenza governare il mercato del Pecorino romano che da un anno a questa parte conferma prestazioni positive”.
“In questo momento epocale di grave crisi (ma di serenità per il mercato del Pecorino romano) ci sono tutte le condizioni per azioni straordinarie e responsabili consentendo di continuare a dare stabilità al comparto – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Il Governo nazionale ha già messo in campo delle azioni importanti in questo senso per prevenire alcune storture dovute alla crisi Covid 19, stanziando circa 13milioni di euro per il cosiddetto bando degli indigenti per il Pecorino romano. Come filiera sarda, insieme alla Regione, siamo invece chiamati ad una azione di maturità intervenendo a monte sulle produzioni, riequilibrandole e tutelando quelle dei formaggi a bassa stagionatura, ma avendo anche la capacità e la forza di guardare alle fasce più deboli della nostra società ed in particolare alle 120mila famiglie sarde stimate come senza reddito”.
“Proponiamo – prosegue Cualbu – lo stanziamento di 5 milioni di euro da parte della Regione a favore in questo caso dei formaggi a breve stagionatura e delle famiglie meno abbienti. Si tratterebbe di acquistare questi formaggi dai caseifici per donarli alle 120mila famiglie senza reddito”.
“Un vero esempio di economia circolare – queste ancora le parole di Saba – in cui la Regione non fa un intervento di mero assistenzialismo ma sostenendo contemporaneamente due settori, la filiera lattiero casearia e le famiglie indigenti, promuove ed educa al consumo del cibo locale a km0, sicuro e garantito”.
Coldiretti Sardegna chiede “al Presidente Solinas la convocazione di un tavolo virtuale con le Organizzazioni agricole e i rappresentanti della cooperative e dell’industria casearia per programmare e valutare la possibilità di attuare questa misura che consentirebbe di programmare gli ultimi tre mesi dell’annata lattiero casearia”.