Non si placa la protesta degli oss sardi che, in graduatoria dal 2017 e ancora in attesa del contratto a tempo indeterminato, si dicono "beffati e derubati".

"Siamo un gruppo di operatori socio sanitari - si legge nell'ultima nota diffusa dal comitato -, idonei nella graduatoria OSS ex Oristano 2017, l’unica graduatoria a tempo indeterminato attualmente vigente in Sardegna. Molti di noi stanno lavorando a tempo determinato nelle varie Assl del territorio e stiamo dando il nostro contributo fianco a fianco a medici e infermieri in questo periodo di grave emergenza sanitaria causa pandemia COVID-19".

Perché beffati e derubati? "L’Ats - spiegano - nonostante questa grave situazione non ha nessuna intenzione di assumerci a tempo indeterminato se non per sostituzioni di personale posto in quiescenza, in quanto asserisce che in forza di un articolo di legge (91 del Decreto Legislativo comma 4, t.u.e.l. 18 agosto 2000 n. 267) non può procedere allo scorrimento per posti istituiti successivamente alla data del nostro concorso".

Affermazione che per i manifestanti "non trova rispondenza negli atti deliberativi, dai quali si rileva che i posti disponibili non sono di nuova istituzione, ma bensì erano già presenti nella dotazione organica, che alla data del 1° luglio 2017 era di 1542 unità, risultante dalla sommatoria di tutte le ex ASSL. La conferma di ciò è riportata nella delibera 1347 del 30/12/2017 del DG, la quale approva in via provvisoria la nuova dotazione oss portandola a 1400 unità, di cui una parte considerevole, non ancora coperta a tempo indeterminato. Successivamente la deliberazione 934 del 31/07/2018, provvede a rimodulare la dotazione organica, di cui alla delibera 1347/2017, portando in aumento diverse figure professionali (oss, collaboratori professionali sanitari infermieri, assistenti sociali, ecc). Per incrementare le diverse figure professionali sopra elencate, si parte dalla dotazione organica, di cui alla delibera 1347/2017, di contro per gli oss non si utilizza quel dimensionamento, ma si parte da una base inferiore, mai deliberata, di 330 unità".

"Se prima erano 1400 - prosegue la denuncia del comitato - con questa delibera si parte da una base di 1070 (330 posti in meno). Che fine hanno fatto questi 330 posti? Finora abbiamo sempre pensato che ci fosse stato un errore di trascrizione, ma nonostante i nostri tentavi di avere delle spiegazioni da parte dell’Azienda, i nostri appelli sono risultati inascoltati. Di contro l’Azienda, invece di provvedere a rettificare il presunto errore, non ha fatto altro che sanare tale incongruenza con successive rimodulazioni in aumento del personale OSS tornando al numero iniziale di 1400 unità e asserendo quindi di aver istituto nuovi posti ma così certamente non è".

"E’ evidente - conclude la nota - che alla data di indizione del concorso, la dotazione organica Oss era almeno di 1400 e Ats non avrebbe nessun vincolo ostativo alla nostra assunzione. Ma è così difficile ammettere un errore? E’ così difficile rimediare? In un periodo come questo di criticità ed emergenza sanitaria, ATS dovrebbe fare un grande mea culpa, riconoscere i propri errori e provvedere a rimediare disponendo l’assunzione di noi operatori che continuiamo a lavorare in prima linea senza risparmiarci nonostante le avversità".